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domenica 12 aprile 2015

Ciò che ti rende diverso ti rende incontrollabile

Mi sono affacciata a questa trilogia perché, dopo tanto parlare di "Hunger Games", mi sono chiesta come mai "Divergent" e seguiti fossero passati così in sordina. E sinceramente, non lo capisco.
La storia è scritta molto bene a mio parere. Un futuro come quello di Beatrice non è impossibile da immaginare. Sotto di esso c'è una bellissima riflessione filosofica: "il conflitto non ha colore, religione, orientamento sessuale o politico. E' insito, semplicemente, nella natura umana". E tu, a soli sedici anni, devi decidere che cosa, per te, porta al conflitto. Lo porta forse l'ignoranza, così da volerla sconfiggere entrando negli Eruditi? O è forse la codardia, che ti porta ad affrontare la morte con gli Intrepidi? O lo è forse l'arroganza, e la contrasterai assieme ai Pacifici. Ma se pensi che sia la menzogna, allora sarai dei Candidi. Se invece è l'avidità, la tua casa saranno gli Abneganti. Puoi sceglierne solo una, devi essere catalogato, inserito in un unico, singolo schema. 
E se non ti ritrovi in nessuno di essi, o se fallisci il test attitudinale, se un Eslcuso. Non ci sono sfumature di grigi, nel mondo di Beatrice.
Almeno, non per gli altri.
Lei è una sfumatura di grigio. Lei è una creatura incontrollabile, un po' Erudita, un po' Abnegante, un po' Intrepida. Ed al contempo non è nulla di tutto ciò. Lei è una Divergente.
In un mondo in cui non c'è spazio per la propria personalità, la propria individualità, Beatrice -da qui in poi Tris- sceglie di diventare Intrepida ed abbandonare la sua famiglia. Si allena fino a spezzarsi le ossa, scala grattacieli, salta sui treni e nasconde a tutti quel terribile segreto: non sono come voi.
Ma in un mondo così piccolo le differenze si vedono facilmente, ed è difficile tenerle nascoste anche se non puoi fidarti di nessuno.
Tris non è arrogante, anzi, alle volte è fin troppo vittimista. Inizia a tirare fuori la grinta quando capisce che il rimanere fuori dagli Intrepidi è il suo incubo peggiore. Smette di essere la "povera Tris" e tira fuori un'arsenale di armi che nemmeno i suoi compagni figli di Intrepidi sanno tirare fuori -e non che lei non sia figlia di Intrepidi, ma questo è puro spoiler. Please, forget it!
Veronica Roth scrive molto bene a mio dire, non tralascia molti dettagli importanti e sa come tenere la suspance. Fa sembrare Chicago una città molto più piccola, ma forse è proprio quello che vuole che pensiamo. Che ci sentiamo stretti in quattro piccole mura, come Tris.
Se posso darvi un consiglio, non guardate l'omonimo film. Se lo avete già visto, sapete probabilmente perché lo sto dicendo. Nel libro ci sono molte dinamiche a mio dire stupende che il film trascura di botto. Per cui, vi prego, leggete. E' da morire!
Non vedo l'ora di leggere i seguiti, e se me lo dovessero chiedere...non so se considerarmi un'Intrepida o un'Erudita. Divergente però no...
...e voi, che cosa siete?
AmyJay

1 commento:

  1. In teoria non dovrei commentare perché ho letto la trilogia talmente in fretta da non ricordarmi quasi nulla... quindi mi tengo sul vago!
    I tre libri non mi sono dispiaciuti ma noto che i romanzi distopici seguono più o meno tutti lo stesso schema: libro "nelle regole" - libro "di transizione" - libro "esterno", e mi sembrano definizioni poco spoilerose; finora ho sempre preferito il primo perché se scelgo di leggere un distopico mi interessa sapere come sia la società e come si sia arrivati a quel punto, come farla tornare simile alla nostra... lo percepisco quasi come un rovinare tutto.
    E in Divergent non ci sono abbastanza spiegazioni -io sarei di sicuro un'Erudita perché cerco il pelo nell'uovo nei ragionamenti!- il che mi sembra tanto potenziale sprecato e, parlando di sfumature, ricordo che ce ne sono poche in questo libro: buoni o cattiv, tutt'al più buoni "stregati" per diventare cattivi, altro potenziale sprecato... vorrei dire alla Roth che la sua idea mi ha convinto ma è ora di passare dalla bozza alla stesura completa!

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