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giovedì 10 dicembre 2015

L'elogio dell'egoismo (?)

Ho appena finito questo libro che è davvero una rivelazione. La storia di un signore anziano che se n'è sempre fregato della sua vita, di quella della moglie ed i figli, che vive in una piccola palazzina nel sud Italia e che crede fermamente che farsi i cazzi propri sia la soluzione.
Il problema è che, come tutti noi, non ci riesce.
È sempre troppo difficile fare finta di nulla davanti a ciò che ci succede nella vita.
E così il nostro signor Annunziata si immischia nei fatti del suo vicinato, della vita di sua figlia Sveva, e ne esce sempre con qualcosa di nuovo. Forse anche di buono. Forse.
Questo libro mi ha segnata perché molte sue frasi mi hanno detto molto. Tant'è che le ho fotografate e pubblicate su un social network. Molto spesso la trama dei libri non è così importante, quanto i concetti che passano attraverso di essi. E questo libro non è tanto un elogio dell'egoismo, come sembra inizialmente, ma piuttosto un grido di battaglia per lottare per ciò che ci rende felici. Fino anche allo stremo delle forze, dobbiamo lottare per la nostra felicità. Ma soprattutto sapere cosa ci renda felici, che è il lite-motive di tutto il libro. Il protagonista è giunto alla sua veneranda età a capire cosa gli piaccia e cosa no. Ci invita a capirlo prima di lui, in una situazione diversa, e di perseguire questa nostra felicità fino alla fine.
Lo consiglio davvero con il cuore, e dalla regia mi dicono che questo libro era in lista come libro migliore del 2015-o meglio, uno dei migliori.
A mio parere, titolo meritatissimo. Complimenti a Lorenzo Marone per l'ottima prova letteraria

lunedì 7 dicembre 2015

Teorema Catherine - John Green

Dal momento che le mie amiche si stanno impegnando tanto, il minimo che potessi fare da parte mia era ricominciare a pubblicare recensioni [no, non la recensione che Liza pretende da tre mesi].

Una precisazione è d’obbligo: dopo aver letto la trama di Colpa delle stelle sono stata investita da un terrore quasi sacro nei confronti di John Green, il genere di terrore da "Non lo leggerò mai!" Il fatto è che io non capisco perché la gente ami tanto leggere libri che già dalla quarta di copertina lasciano intendere quanto distruggeranno i tuoi sentimenti. Jay, dovresti spiegarmelo.
Come sono giunta, dunque, a questo romanzo (che definirei più racconto, data la brevità e la semplicità)?
Passando attraverso la mediazione di David Levithan, con cui Green ha scritto Will ti presento Will: di Levithan già mi fidavo, e dopo quella prima lettura ho deciso di potermi fidare anche di Green, seppure con qualche precauzione.

Fine preambolo inutile, la trama:
Da quando ha l’età per essere attratto da una ragazza, Colin, ex bambino prodigio, forse genio matematico forse no, fissato con gli anagrammi, è uscito con diciannove Catherine. E tutte l’hanno piantato.
Così decide di inventare un teorema che preveda l’esito di qualunque relazione amorosa. E gli eviti, se possibile, di farsi spezzare il cuore un’altra volta. Tutto questo nel corso di un’estate gloriosa, passata con l’amico Hassan a scoprire posti nuovi, persone bizzarre di tutte le età, ragazze speciali che hanno il gran pregio di non chiamarsi Catherine.

Teorema Catherine è uno young adult, anche se penso che dovrebbero coniare una nuova espressione per distinguere tra libri dedicati a giovani adulti e libri per gente con pochissime pretese [è il massimo del mio politically correct]; Green adegua il linguaggio all’età dei personaggi ed è una cosa che apprezzo, anche se non rispecchia affatto il modo di parlare che usavo io o sento usare dai diciottenni; immagino che sia inevitabile, trattandosi di una traduzione.
La trama è molto semplice e veloce, il finale è abbondantemente prevedibile e, anche a causa della scarsa lunghezza, i personaggi sono quasi solo abbozzati; ciò nonostante
l’ho trovata una lettura davvero piacevole e divertente: mi piace l'umorismo di quest'uomo, ormai mi è chiaro!
Colin è il protagonista assoluto (NB: il romanzo è narrato in terza persona, Yppie!) e quindi quello di cui seguiamo maggiormente il viaggio introspettivo, scoprendo i punti salienti della sua vita mediante dei flashback, ordinati a seconda della Catherine del momento.
Leggendo tra le recensioni su Anobii ho trovato un sacco di odio nei confronti di Colin: a me ha fatto solo tanta tenerezza. Quando l’unica cosa che ti salva dalle prese in giro, dalla solitudine, e dalle delusioni d’amore, è essere un genio mi pare ovvio che tutta la vita finisce per incentrarsi su quello, fino a pensare che con un teorema matematico si possa prevedere l’andamento di una relazione, perché no?
E poi ho un debole per le nozioni inutili, per quanto mi riguarda Colin è un ottimo narratore anche con tutte le sue divagazioni!
Passiamo ai due comprimari: Hassan e Linsday. Le poche cose che sappiamo di loro sono essi stessi a dircelo, perlopiù urlandolo in faccia a Colin durante i litigi, la pecca più grande del libro per me, è che queste informazioni sono troppo poche, più accenni alla loro storie personali che vere spiegazioni sulle loro azioni e pensieri: perché Hassan passa le giornate sdraiate sul divano nonostante sia stato ammesso con il massimo dei voti alla facoltà di algebra superiore? È un dubbio che continua ad attanagliarmi.

lunedì 9 novembre 2015

Rubrica: Fumetti e manga. Marmalade Boy - Wataru Yoshizumi

Inauguriamo oggi una nuova rubrica. Fumetti, di qualsiasi provenienza e con qualsiasi tratto, che in fondo non sono molto distanti dall'idea di lettura che offriamo in questo blog. La lettura può essere fuga e svago anche se sono i disegni a raccontarci cose che magari dovremmo leggere in una manciata di caratteri.

Vorrei cominciare io, parlando di un manga famoso di cui è appena uscita una ristampa. Forse voi lo conoscete come Piccoli problemi di cuore, nella versione decisamente più lacrimosa apparsa in TV qualche anno fa.
La versione a fumetti trovo che sia decisamente più dinamica, i personaggi sono ben costruiti e delineati, e come faceva giustamente notare l'autrice nei free talks dell'ultimo volume, Miki nel fumetto non si veste solo di azzurrino e rosa smorto.
In effetti, la versione cartacea e quella in movimento sugli schermi provengono da realtà diverse, e quindi presentano alcune differenze...

...per le quali ho quasi rischiato di non comprare il fumetto, perché non è che i personaggi mi stessero troppo simpatici, a sensazione. E invece!!
Lo consiglio a tutti, ha sviluppi che meritano davvero. E poi in un certo senso fa parte della "storia" del genere shojo.

La storia la conoscete tutti, credo. Per gli assenti: Miki e Yu si ritrovano ad abitare nella stessa casa quando i genitori decidono di "scambiarsi le coppie". Peccato che Yu sia così affascinante... Impossibile per Miki non innamorarsene subito! Ma, c'è sempre un ma. Questa volta ha un nome e un cognome. Ginta è un compagno di classe di Miki fin dalle medie, e Miki è sempre stata innamorata di lui... Peccato che quando si sia dichiarata, lui l'abbia presa in giro davanti a tutti. O non è stato proprio così?

giovedì 29 ottobre 2015

La magia delle storie brevi

Mi sono imbattuta in questo libro dal cellulare, premendo per sbaglio "Google Libri" invec edi Google Maps. (ma non avevi il Kindle? Diciamo che non ce l'ho più, come chi me lo aveva regalato). Non avevo più voglia di leggere, e questo libro mi ha rimessa in carreggiata. E' un libro cortissimo, ma ne vale davvero la pena.
E' una raccolta di brevi storie, tutte con una punta di sovrannaturale, una più bella dell'altra. Niente di pesante, se vi state preoccupando, non arrivano nemmeno lontanamente a spaventare nemmeno un bambino.
Perché tutte queste storie sono legate dal filone dell'ammore. Ebbene sì, sono tutti pippozzi romantici e, ci tengo a sottolinearlo, tutti etero.
L'ultimo racconto non è un racconto ma una lettera, dolce e meravogliosa, che lei scrive al suo uomo. E non dico nient'altro perché potrebbe essere spoiler, o semplicemente perché basta ripensarci per mettermi a piangere.
Mi ha fatto davvero molto piacere leggere di questa ragazza. Ha un bello stile, esattamente come piace a me -non ti assilla con le descrizioni, ti lascia libero spazio alla fantasia, lascia buona suspance, stile scorrevole e molto leggero. Tale da poter leggerlo in bus, in casa, in mezzo alla strada. Avrei dovuto finirlo in meno di ventiquattro ore, ma ho avuto troppa vita sociale in questi ultimi giorni. Questa ragazza mi è davvero piaciuta e so che ha scritto altro, perciò le rincorrerò sperando di poter fare un'altra bella recensione su qualcosa di suo
Io l'ho trovato gratis su Google Play Libri, e spero che capiti anche a voi così da potervelo leggere. Ne vale davvero la pena.
Alla portata di tutti, e nella challenge potete inserirlo come "libro di storie brevi" e forse anche altrove, ma avendo perso la mia lista non ricordo assolutamente le categorie.
In ogni caso, lo consiglio a tutte quelle anime perdute che credono che l'amore sia davvero solo una cosa da fiaba. E che chi troppo vuole, nulla stringa. Sappiamo di dire la verità, ma in fondo sognare costa solo una pagina in più
AmyJay

Rubrica: Recensioni a confronto. The Selection Trilogy - Kiera Cass

Buongiorno e tutti e benvenuti nella nuova rubrica (è la prima del blog, facciamoci un applauso!) Recensioni a confronto. Come sottotitolo, oserei un "se non ti fidi, sbattici anche tu il naso". Le prime a confrontarsi tra loro sono Ylla e Jay, che ci parlano di una per fortuna non troppo nota trilogia con un sacco di vestiti bellissimi e forse non troppo comodi in copertina. Buona lettura!

I libri secondo Ylla



Ho una specie di regola autoimposta: non giudicare se non conosci, almeno un po'.
Il che ovviamente non significa che io non abbia pregiudizi quanto che provo un immotivato piacere nell'avvalorarli: ecco spiegato perché mi sono imbarcata nella lettura di una trilogia young adult / distopica che palesemente non aveva altro argomento a parte la storia d'amore. 
No, sul serio, non parla di null'altro che della storia - triangolare of course! - d'amore tra la protagonista, America, il suo primo fidanzatino, Aspen, e il principe, Maxon.
La trama... "In un futuro lontano, in un Paese devastato dalla guerra e dalla fame, l'erede al trono seleziona la propria moglie grazie a un reality show spettacolare. Per molte ragazze la Selezione è l'occasione di una vita. L'opportunità di sfuggire a un destino di miseria e sognare un futuro migliore. Un futuro di feste, gioielli e abiti scintillanti. Ma per America è un incubo. A sedici anni, l'ultima cosa che vorrebbe è lasciare la casa in cui è cresciuta per essere rinchiusa in un Palazzo che non conosce. Perdendo così l'unica persona che abbia mai amato, il coraggioso e irrequieto Aspen. Poi però America conosce il Principe Maxon e le cose si complicano. Perché Maxon è affascinante, dolce e premuroso. E può regalarle un'esistenza che lei non ha mai nemmeno osato immaginare..."
Lo so che copiare da wikipedia è barare ma il mio cervello rifiuta di mettere insieme una trama decente per questa serie, un po' come deve aver fatto quello della Cass. Perché la signora autrice non può, in tutta coscienza, affermare di essersi impegnata nella scrittura: i tre libri sono un'accozzaglia di avvenimenti quasi totalmente privi di una connessione logica, come se avesse estratto a sorte da un'urna, l'ambientazione è descritta in modo talmente vago che avrebbe potuto risparmiarsi anche le poche parole che vi ha dedicato e i protagonisti, che sono tutto ciò che manda avanti l'opera, sembrano degli abbozzi per una recita scolastica.
Aspen è il poveraccio tanto buono, che poi fa tanto lo stronzo ma solo perché è tanto buono e al momento giusto si leva dalle scatole con un grazioso inchino.
Maxon è il principe azzurro che riabilita qualsiasi principe della Disney: è stato viziato e maltrattato al tempo stesso, ingenuo da rasentare l'idiozia, buono e comprensivo in ogni avversità tranne che nell'unico momento in cui avrebbe dovuto ascoltare.
E America, la protagonista assoluta, il nostro filtro della storia, è un personaggio negativo scritturato per il ruolo di Mary Sue: piagnucolona, incoerente, poco sveglia... e idolatrata da tutti. Quella compagna di classe, di lavoro, in cui non riesci a trovare un solo lato positivo ma che viene solo lodata da tutti e ti porta a chiedere "Sarò mica invidiosa di lei per vederla così?"
Avrei preferito che fosse una stronza fatta e finita: "Sono innamorata del principe, ma se lui sceglie un'altra? Mica posso restare a bocca asciutta! Quindi continuo a tenere Aspen al guinzaglio, tanto qui credono tutti che sia perfetta, penseranno che sia la mia immensa sensibilità a impedirmi di scegliere!"
Ecco, avrei potuto empatizzare con un discorso del genere ma lei è seriamente confusa e indecisa.
Fine del mio piccolo sfogo; in rete si trovano recensioni (o video recensioni!) di questa trilogia che meritano molto più della trilogia stessa e sono ciò che mi ha spinto a leggerla (Kiera Cass dovrebbe offrire un gelato a tutti quei recensori: le hanno fatto una pubblicità migliore del suo ufficio marketing!) consapevole di non trovare una storia ma di trascorrere un paio d'ore di divertito, quando non indignato, sbigottimento.
Ed è appena uscito il seguito!

Consigliato a: chi vuole accrescere la propria autostima come scrittore; 
                       chi ha bisogno di sbarrare un po' di punti della Reading Challenge (Un libro scritto da un'autrice, un libro che vuoi leggere solo per la sua cover, un libro che puoi finire in un giorno, un libro con recensioni negative, una trilogia, un libro con un triangolo amoroso, un libro ambientato nel futuro)

I libri secondo Jay

Preparatevi alla recensione numero due di The Selection Trilogy di Keira Cass, già scritta da Ylla qui. Allora...presa dal fatto che il mio ragazzo mi abbia regalato il Kindle e che quindi potevo leggere un mucchi di libri cercando i loro formati in pdf grats, ho pensato: perché no? E quindi, mi sono avventurata nel mondo di America, Aspen e Maxon.
Allora...premiamo la buona volontà per aver cercato di inventare un nuovo ipotetico futuro per questa società ormai in caduta libera, ma...ragazza mia, scopiazzare Twilight in versione "Royal Drama" mi sembra davvero eccessivo. Anche perché le brutte copie degli originali restano brutte copie, come dovrebbero sapere BENE Anastasia e Christian. Ma non divaghiamo ed andiamo con ordine.
The Selection è, a mio parere, il meno peggio dei tre. All'inzio pensavo davvero che la povera ragazza fosse solo presa tra due fuochi e, in bilico, non sapesse chi scegliere. Ma...perché c'è un ma...se l'autrice voleva farla passare per Katniss Everdeen versione principesca, probabilmente è andata fin troppo OOC, fuori dal personaggio, anche perché Maxon ha lo spessore di uno dei batteri che vengono uccisi dal Lysoform.
In The Elite ho iniziato a smadonnare: la storia non ha davvero senso, soprattutto se pensi che dalle prime cinque pagine, se lei avesse preso uan certa decisione, sarebbe finita lì. E invece no, vogliamo un secondo libro. Un secondo libro che è un'accozzaglia di informazioni prese a caso dalla storia, che trovano un concreto senso solo alla fine del romanzo. Quando, secondo me, ti cadono le braccia perché lei perde persino la dignità. Katniss, al suo posto, non avrebbe fatto così.
The One è la perfetta, melensa conclusione di quello che, senza ombra di dubbio, già sapevamo dal primo libro. Solo che dobbiamo far scoprire tutti gli altarini e nel tentativo di mettere un po' di azione decima fisicamente i personaggi ancora in gara. Ma vabbè, tant'è che che finisce come finisce e sfido chiunque a leggersi il matrimonio di Bella in Breaking Dawn e quello alla fine di The One e dirmi che non sono la copia l'uno dell'altro. "Solo...non farmi cadere". Lì mi è caduto il vomito, sul serio.
Quindi: scotanto del 50%, ma anche di più, perché chiunque un po' sano di mente capirebbe che Maxon non ha dato mezza possibilità a nessuna altra concorrente. L'amava, l'ha sempre amata eccetera. Ripeto, premio la bella idea di distopia futura ma ficcarci in mezzo un monarca che è la copia di Snow, l'ex fidanzatino che è Gale Hawtorne vestito da guardia, più o meno le dinamiche di Divergent  e l'epilogo rubato a Twilight...

Non perdo tempo a leggere "The Heir" perchèp stavolta mi fiderò della recensione di Ylla, ma il mio personale parere è: non perdeteci tempo, davvero!
Amy

domenica 20 settembre 2015

L'uomo perfetto (non) esiste solo nei libri

In un momento di panico da "cosa metto nel Kindle per l'estate", ho rischiato aggiungendo la quadrilogia(?) di romanzi di Emma Chase, che inizia con un titolo non dei più promettenti:"Non cercarmi mai più".
A quella vista sono saltata su e mi sono detta:"Ma che c....". Così ho cominciato a leggerlo.
O donne femministe, NON LEGGETELO. Vi prego. Vi farebbe saltare i nervi, ogni singola parola.
Il tuto è scritto dal POV di LUI, sì, proprio lui, il signor "Quasi Mr Grey", come l'ho soprannominato.
La trama è semplice e come sempre scontata: lui ha tutto, poi arriva lei ed il suo castello di carte lentamente cade e si scardina, contando che lei è fidanzata con il Solito Sfigato, lui ha la solita Maggiore Sorella Stronza ed i suoi Amichetti del Cazzo che però gli vogliono tanto tanto bene e lo aiutano nelle difficoltà.
E...potete immaginare come va a finire.
Ma allora perché ne faccio una recensione che pare voler essere positiva?
Beh, più o meno.
Insomma, ragazze, a noi è da sempre stato insegnato che un uomo non si innamora, tendenzialmente. Forse perché non ne è capace, o forse perché non lo considera produttivo. Ma quando e se lo fa, è per sempre.
Ora...lui è il classico tipo che secondo me non si sarebbe mai potuto innamorare. Eppure, lo fa. Lo fa e si danna l'anima per dimostrarlo.
Il che mi ha posto una riflessione: ma si deve davvero arrivare alla canna del gas per dimostrarsi a vicenda il proprio sentimento? Rischiando di non parlarsi per giorni pur di capire chi ama chi e quanto?
Beh...io ho un personale consiglio da darvi. Convincete i vostri uomini a leggerlo.
Impossibile? Beh, parlate loro del fatto che le frasi sono elementari, che scopano tanto, che lui è volgarissimo e fa scassare dalle risate e penso che i giochi saranno fatti.
E perché devono leggerlo?
Perché se il signorino qui ha fatto di tutto per conquistare la sua lei, può farlo davvero chiunque. Almeno secondo me.
Ma sarebbe carino che lo capissero prima che voi minaccate di lasciarli...ihihihih
Romanzo erotico lo è, eccome, è lascivo e sentimentale al tempo stesso. E Drew, il protagoista, è pronto a stupirvi in tutti i sensi. Sì, perché parla con lettori e lettrici, ed è una cosa molto divertente secondo me.
Pensateci.

Amy

sabato 5 settembre 2015

Tutta colpa di certi romanzi - Elisabeth Maxwell


Avendo come preziosa regola generale quella di mettere l'immagine della copertina del libro, ho voluto cercare la versione in lingue originale del penultimo romanzo che mi è capitato tra le mani, di cui mi piaceva molto il titolo, che come al solito è stato tradotto con eccessiva fantasia.
Non conoscevo la Maxwell, l'ho trovata per caso tra gli scaffali di una libreria. Di solito non mi fido di libri che recitano cose riguardanti incontrare Mr. Grey da qualche parte, come suggeriva la copertina azzurra italiana, ma qualcosa nella trama mi ha incuriosito.
E avevo ragione.
Elisabeth Maxwell è un genio, o almeno sa scrivere molto bene. E' spiritosa, incalzante, maliziosa senza essere volgare. La sua protagonista, Sadie, è vero, assomiglia un po' a Bridget Jones - quella del film, decisamente meno insopportabile della sua versione letteraria. Scrive romanzi erotici per guadagnare i soldi sufficienti a mantenere se stessa e la figlia, ma non è che nella vita reale sia piena di uomini. Anzi, era sposata, con uno che l'ha lasciata quando si è innamorato di un altro uomo. E poi di un altro. E poi di un altro. E poi di un altro.
Un bel giorno, si ritrova con:
a) un intero capitolo non scritto da lei ma presente nel file di word contenente il suo ultimo romanzo;
b) un uomo bellissimo e decisamente confuso che non ricorda come si chiama tra gli scaffali del supermercato.
Riuscirà la nostra Sadie a scoprire come mettere tutto a posto, sia tra le pagine che scrive lei sia tra quelle che leggiamo noi?
Naturalmente sì, e per fortuna! Non amo i romanzi non a lieto fine.
Happily, appunto, ever after.

giovedì 20 agosto 2015

"Okay?". "NO, vaffanculo "

Non lasciatevi ingannare dal titolo, la recensione che qui seguirà è molto più bella di quanto mi aspettassi.
In un boato di autolesionismo ho scelto di leggere Colpa delle stelle di John Green, e non mi pentirò mai di questa scelta.
A dispetto di quanto mi aspettassi, è molto meno melenso di come ci si aspetta. Lei mi piace molto, è ribelle e fuori dagli schemi. Lui mi ricorda tanto un personaggio che aveva inventato Liza anni ed anni fa, di cui chiacchieravamo spesso e volentieri. Nella mia testa, lui aveva il suo volto. (spoiler)  Ed una gamba in meno.
Tutto scritto dal punto di vista di Hazel Grace Lancaster, è un romanzo non tanto ricco di colpi di scena ma di bellissime riflessioni filosofiche che possono toccare i cuori sensibili. E pieno di battute che vi fanno sgnanasciare e non vi aspettereste. Una ve la devo citare perché è stupenda
Mamma:"Te l'ha passato? "
Hazel :" con te l'ha passato intendi l'herpes?"
Capite che uno non si aspetta certe battute in un libro che parla di cancro. Che parla di morire. Che racconta un amore più stupido ed autolesionista di quello di Romeo e Giulietta.
Che parla del mondo e delle sue avverse stelle, che si bevono in un calice e si chiamano con un nome francese. 
John Green non mi ispirava per niente, ad un primo pensiero. Poi gli ho dato una possibilità, e per come scrive penso che leggerò altro di lui. 
E' un romanzo che consiglio ai non deboli di cuore, perché l'argomento è delicatino e so che non tutti lo tollerano allo stesso modo. Per quanti sia divertente nel mezzo, fa pensare e fa riflettere. E mi ha fatto capire che il nostro piccolo spazio di infinito, che ci è stato dato alla nascita e terminerà con la nostra dipartita, è davvero il più bel regalo che potessero farci.
Amy

martedì 11 agosto 2015

L'amore è un progetto pericoloso - Graeme Simsion

Se non avete letto The Rosie Project,  fermatevi immediatamente. Alzatevi dalla sedia, mettetevi addosso una giacca (metaforicamente, fa davvero troppo caldo) e correte in libreria. Non importa che ore siano. L'amore è un difetto meraviglioso, come la Longanesi ha deciso di tradurre il primo libro della saga di Don Tillman (The Rosie Project, appunto), merita davvero una lettura. Quando una mia amica mi disse: "sto leggendo questo libro, è strepitoso", non ebbi dubbi nemmeno per un istante.
Quando mi regalò il seguito, capii che dovevo centellinare. Che Don e Rosie mi sarebbero mancati esattamente quanto la prima volta.
Ogni singola pagina di questo libro, e del precedente, per quanto mi riguarda è dedicata a lei.

La trama è pressapoco questa: Don e Rosie sono incinti. O almeno questo è quello che lei gli dice a pagina quattro, o nella quarta di copertina. Sono incinti, perché si dice così. Ma alla fine, è lei che è incinta. Lui ha tutto il libro a disposizione per entrare nell'ottica di quel plurale.
E riesce, naturalmente, a combinare un sacco di casini.

A differenza del primo libro, in cui lui è davvero strano, un sociopatico convinto, a volte sfiorante una specie di autismo, in questo frizzante seguito - non è un'idea mia, me l'ha fatto notare un amico - lui non è molto diverso da un uomo normale che si ritrova a passare da un "noi due" a un "voi due e poi ci sono anche io", per così dire. Ci sono tutte le difficoltà di accetazione di un uomo medio, raccontate da un uomo, quindi rese ancora più verosimili.

Solo che stiamo parlando di Don Tillman, che rende di colpo tutto più divertente.

sabato 18 luglio 2015

The Heir - Kiera Cass

Ho atteso così a lungo -un mese e mezzo!- per leggere il quarto volume di The Selection che appena l'ho avuto tra le mani ho rinunciato a tutti i miei programmi per il sabato pomeriggio per tuffarmi nella lettura.
Ho sviluppato una teoria sul motivo per cui leggo libri che so già essere orribili: prendermela a morte con autore/personaggi devia buona parte della mia acidità quotidiana.
Spoiler fino all'ultima pagina.

Nel primo libro della duologia sequel di The Selection troviamo Eadlyn, la figlia primogenita di America e Maxon nonché erede al trono, che accetta a malincuore di dare il via a una Selezione per distrarre l'attenzione del popolo dai problemi attuali -nonostante il sistema di caste sia stato abolito da anni iniziano a verificarsi delle insurrezioni- ma in realtà la principessa non ha alcuna intenzione di innamorarsi...

Messa così, potrebbe non sembrare troppo male, ammetto che la mia trama sia abbastanza vaga da poter preludere a sviluppi interessanti, ma qualsiasi approfondimento è indistricabilmente legato a una critica.
Eadlyn è nata sette minuti prima del suo gemello, Ahren, i suoi genitori hanno alterato la legge di successione per permetterle di ereditare il trono in quanto primogenita, senza curarsi di chiedere il suo parere, ovviamente. La principessa -che, dimenticavo!, è protagonista assoluta e narratrice della storia- si dichiara molto scontenta di non poter decidere del proprio destino, il che è senza dubbio condivisibile ma è difficile non chiedersi: "E se non dovessi fare la regina, che accidenti faresti?".
A Eadlyn non interessa praticamente nulla: i genitori le hanno insegnato a suonare il piano e a fotografare ma nessuna delle due cose la appassiona; ciò che ama davvero è disegnare abiti ma, nemmeno per un momento, rimpiange di non essere libera di diventare una stilista, anzi, il pensiero non la sfiora neanche. E non perché, non potendo sottrarsi al suo destino, abbia deciso di non piangersi addosso: le capita spesso di odiare Ahren e i due fratelli minori per non essere nati prima di lei.
Inoltre, pur essendo stata allevata per il trono, non mi pare una grande statista, ma è difficile dirlo per quanto si parla del lavoro che compie a fianco del padre, il massimo che fa è lavorare a un fantomatico bilancio, dopo essersi lamentata di non amare la matematica.
Le premesse non sono delle migliori ma per i primi due capitoli ho quasi pensato di poterla apprezzare: è una ragazza forte (Mi guardai allo specchio e parlai al mio riflesso. "Tu sei Eadlyn Schreave. Sei la prima in liea di successione al trono di questo Paese, e sarai la prima ragazza a farcela da sola. Nessuno al mondo è più potente di te!") e quando i genitori, dopo averle assicurato che non l'avrebbero mai costretta a sposarsi contro la sua volontà, la obbligano a indire la Selezione protesta, in modo molto adolescenziale ma ha solo diciotto anni, e poi decide che va bene, si faccia la Selezione, ma farà in modo di non scegliere nessuno.

Ancora qualche altro capitolo ed Eadlyn riesce nella difficile impresa di dimostrarsi una protagonista peggiore di sua madre, a metà libro la stavo odiando con tutta me stessa.
Il suo primo gesto per movimentare la Selezione è eliminare undici candidati su trentacinque, passando in mezzo ai ragazzi tutti riuniti insieme e dicendo cose come
"Può andare. Grazie per la partecipazione, ma la sua presenza a Palazzo non è più richiesta."[...] Non riuscivo a capire perché fosse così seccato.
Passando davanti a Nolan mi limitai a un gesto della mano.
 Mi fermai di fronte a Jamal "Può andare." Accanto a lui, Connor stava sudando copiosamente per l'imbarazzo. "E lei con lui."
Notate la grazie e la gentilezza della futura regina? E lei non si capacità di come tutti possano rimproverarla per questo gesto: in fondo non ha detto nulla di umiliante o di accusatore!

Tra i vari partecipanti, per lo più del tutto anonimi, si distinguono Kile, che ha vissuto a palazzo in quanto figlio di Miss Marlee, che non sopporta la principessa e si è trovato iscritto a sorpresa; Hale, che si propone per fare qualcosa per lei ogni giorno; Henry, uno straniero che parla solo finlandese e ha bisogno di un interprete, Erik, che speravo sinceramente diventasse l'amante di Eadlyn, ma per ora nada.
Eadlyn non vuole assolutamente innamorarsi ma, con suo immenso stupore, dopo aver trascorso qualche ora con i vari candidati si sente quasi affezionata a loro. Qualcuno le regala una copia del Piccolo Principe, please? Oltre a un manuale del Perfetto Erede al Trono: 'sta ragazza è seriamente convinta di essere in gamba e amata dal popolo. Almeno fino alla prima uscita pubblica, in cui viene bersagliata di verdura e la prende come un attentato bombarolo.
"Tutta questa situazione è orribile. Mi sono vista  buttare addosso verdura marcia e giudicare per un bacio. Un ragazzo mi ha toccato contro la mia volontà e un altro mi ha fatta cadere per terra. Per quanto mi sforzi di far funzionare le cose, i giornali ci sguazzano a umiliarmi di continuo."
Precisiamo:
Mi ha toccato contro la mia volontà = Mi ha afferrato un braccio per trattenermi
Un altro mi ha fatta cadere per terra = Difficile capire come, dato che il ragazzo stava caricando il braccio per sferrare un pugno a un avversario.
Giudicare per un bacio = Che aveva dato a Kile, puramente a favor di fotografi, nella prima settimana di Selezione, dopo non aver considerato nessuno dei partecipanti.

Prima ho detto che è una ragazza forte? Scherzavo, scherzavo!
Si comporta da stronza persino con la sua metà, Ahren, innamoratissimo della principessa di Francia, a cui consiglia di non prendere una decisione affrettata -sposare Camille- perché in patria ci sono un sacco di ragazze che ha del tutto trascurato. è talmente palese che lo dica solo perché non vuole che il gemello si trasferisca in Francia -in fondo, chi se ne frega della sua felicità!- che ho sperato lui le tirasse un pugno. Invece ha fatto di meglio: è scappato in Francia e ha sposato Camille senza dire nulla alla famiglia, lasciando dietro di se solo una lettera alla sorella
"Le tue parole sono state un vero colpo, Eadlyn. Volevo assecondarti, starti a sentire e riflettere sui tuoi suggerimenti. Sapevo che se lo avessi fatto, un giorno mi avresti convinto a rinunciare a ogni cosa per te. Forse persino a mettermi la tua corona sulla testa. E sa il cielo se non lo avrei fatto. Farei qualsiasi cosa per te. Perciò, prima che tu potessi chiedermela, ho donato la mia vita a Camille." 
Ahren non sembra troppo male, ma ha quattro scene in croce. Se il libro fosse stato narrato, tutto o almeno in parte, dal suo punto di vista sarebbe stato molto più apprezzabile, dato che è cento volte più maturo e consapevole della sorella.

In definitiva, il mio personaggio  preferito è il fratello di mezzo, Kaden, che ha due, massimo tre battute, una delle quali è:
"Non parlarmi in quel modo, Eadlyn. Ho quattordici anni, non quattro. leggo i giornali e presto attenzione ai Rapporti. Parlo più lingue di te e sto imparando quello che hai imparato tu senza che nessuno mi costringa a farlo. Non crederti migliore di me. Io sono un principe.[...] Tu hai un lavoro, come tutti in questo mondo. Smettila di comportarti come se questo ti rendesse diversa dagli altri"
Quindi, spero che Eadlyn muoia orribilmente, insieme ai suoi genitori magari, e Kaden diventi re.
Sarebbe un finale bellissimo.


(Ma quanto ho scritto?? Prometto che la prossima recensione sarà più corta e su un bel libro!)

venerdì 17 luglio 2015

Sometimes I wish I could save you

Prendo in prestito il titolo di una nota canzone dei Simple Plan per raccontare cosa ho provato leggendo questo libro. L'autore descrive tutto in modo asettico e privo di giudizi, come un saggio, ma la storia spezza il cuore.
Racconta la storia di Rudolph Hoss, futuro comandante di Birkenau -al secolo Aushwitz 2- e di Hanns Alexander, l'ebreo naturalizzato inglese che gli darà la caccia per portarlo al processo di Norimbega che lo giustizierà. Questo libro mi è stato consigliato da colui che ha portato sulle scene questo stesso romanzo con lo spettacolo "Io comandavo Birkenau". L'ho letto, tutto, e mi ha davvero spezzato il cuore a metà. E come in molti libri sul nazismo, nulla è davvero come sembra 
Rudolph Hoss non è il mostro che tutti vedono. O meglio, non lo è stato sempre. Era un ragazzo come tanti, che ha voluto entrare nell'esercito per aiutare finanziariamente la sua famiglia e da lì, praticamente senza che lui se ne accorga, lo ha portato nella rosa dei grandi del Terzo Reich. Parallelamente, Hanns ed il suo gemello Paul crescono nella Germania delle leggi antisemite, e solo in Inghilterra troveranno il loro riscatto. È storia alla fine.
Ma la cosa terribile è arrivare alla fine della caccia, in cui vorresti implorare Hanns di non diventare a sua volta un mostro e di provare pietà per il Rudolph buono che hai imparato a conoscere all'inizio del libro.
In tutto il libro asettiche descrizioni saggistiche si alternano a estratti dei diari dei protagonisti, rendendolo uno dei libri più umani che abbia mai letto. Lo consiglio a tutti, ma a seguire una lettura leggera

giovedì 16 luglio 2015

Away - Tamara Ireland Stone





Credo di essere profondamente gelosa del secondo nome dell'autrice. Non è che potrei chiamarmi così anche io?

Vi avevo già parlato di Stay (precisamente qui), il primo libro che racconta le vicende di Anna e Bennett, due squisiti ragazzini innamorati con un piccolissimo problema da risolvere: quella ventina di anni che separa le loro adolescenze. Mi spiego meglio: Anna vive nel 1995, va al liceo, si prepara per le sue gare di corsa e passa le sue giornate con genitori affettuosi, amici e il sogno di viaggiare per il mondo. Bennett vive nel 2012, va ad arrampicare con Sam, fa costantemente preoccupare i suoi genitori e ha il potere di viaggiare nel tempo. Ogni supereroe, lo sanno tutti, ha i suoi limiti, a maggior ragione quelli che non sono poi così tanto super: Bennett può arrivare solo al '95, appunto, l'anno in cui è nato. E l'ha scoperto nel modo più brutto possibile: perdendo sua sorella Brooke nel 1994, ad un concerto in cui si erano teletrasportati insieme. Ma non tutto il male viene per nuocere, infatti è solo così che conosce Anna, di cui si innamora.

Away è il secondo capitolo della saga. Se in Stay venivamo catapultati in mezzo ai pensieri di Anna, in questo secondo romanzo è Bennett a raccontare. Ho apprezzato un sacco il cambio di punto di vista, è interessante e particolare. Dieci punti alla Stone!
Se nprima abbiamo conosciuto Bennett con gli occhi di Anna, ora è Anna a palesarsi in tutta la sua dolcezza e fiducia.
I due innamorati dovranno affrontare nuovi problemi e sfide, sospesi tra il 1995 e il 2012, che procedono veloci, di pari passo nelle vicende raccontate dal protagonista, che vediamo crescere molto di più in questo volume che nel primo.

Ammetto di aver avuto paura, in un primo momento. Ho aspettato a comprarlo, non mi piacciono i seguiti. Me lo sono trovato tra le mani, e per fortuna non sono riuscita a resistere!
Consiglio di leggerli, tutti e due.

venerdì 10 luglio 2015

Tempi glaciali - Fred Vargas

Post precedentemente (e quando dico precedentemente intendo due minuti fa) pubblicato qui.

Avviso: questa non è una recensione.

Insomma, stiamo parlando di Vargas.
Certe cose semplicemente non le puoi spiegare

Abbiamo aspettato un sacco, prima di vederla tornare. Fred, io ero arrabbiatissima con te! Come potevi, continuavo a chiedermi ogni volta che qualcuno ti nominava, aver messo da parte Adamsberg, Danglard, Retancourt e tutti gli altri per scrivere trattati filosofici e simili? Ognuno deve continuare a fare ciò in cui eccelle. Tu sei semplicemente meravigliosa, quando racconti.
Ma insomma, eccoti di nuovo qui. E ci sono proprio tutti, tutti quelli del ciclo del Commissario migliore di tutta la letteratura.
Non voglio assolutamente svelare nulla, vi propinerò quello che troverete anche da tutte le parti.

Si è mobilitata tutta l'Anticrimine del tredicesimo arrondissement di Parigi sul caso dei due apparenti suicidi. Il coltissimo capitano Danglard, grande estimatore di vino bianco, l'energica Violette Retancourt, lo specialista in pesci d'acqua dolce Voisenet. Ma soprattutto lo svagato, irresistibile, «spalatore di nuvole», il commissario Jean-Baptiste Adamsberg. Tutto inizia col ritrovamento di due corpi e la scoperta di uno strano simbolo scarabocchiato accanto a ciascuno di essi. Ma come sempre accade nelle storie di Fred Vargas, questo non è che l'avvio di una avventura che finirà per snodarsi in mezza Europa tra una balzana setta di adepti della Rivoluzione francese e una gita in Islanda finita in tragedia.

«Conosceva Adamsberg da abbastanza tempo per sapere che, nel suo caso, la parola "riflettere" non aveva alcun significato. Adamsberg non rifletteva, non si sedeva da solo a un tavolo, impugnando una matita, non si concentrava davanti a una finestra, non ricapitolava i fatti su un tabellone, con frecce e cifre, non appoggiava il mento su una mano. Vagolava, camminava senza far rumore, ciondolava da un ufficio all'altro, commentava, andava avanti e indietro a passi lenti, ma nessuno l'aveva mai visto riflettere. Sembrava un pesce alla deriva. No, un pesce non va alla deriva, un pesce persegue il suo obiettivo. Adamsberg faceva pensare piuttosto a una spugna, sballottata dalle correnti. Ma quali correnti?» 
 
In realtà, volevo provare a spiegarvi quanto mi piaccia Vargas, e perché sotto sotto io sia convinta che chiunque non sia disposto a darle una possibilità o due commetta davvero un grosso errore.
Vargas è poesia.
Non è una giallista standard, questo si è capito. Di tanto in tanto si allontana così tanto dal filo del discorso che non ricordi nemmeno chi accidenti fosse stato ucciso per ultimo. Ma, nel suo non essere schematica, semina uno ad uno tutti gli indizi, lasciandoteli trovare, se sei abbastanza attento.
E poi, e poi... Ogni suo personaggio è un fiore prezioso, tanto che dopo tanti anni di riletture non riesco ancora a decidere quale sia il primo preferito.
Forse Armel, che mi piaceva così tanto da portarmi a scegliere il suo nome per un personaggio di una storia che stavo scrivendo.
O Veyrenc, che parla in rima e il suo colore dei capelli stupisce sempre tutti, con quel sorriso sghembo e tremendamente affascinante.
O Froissy, che come me mangia e non ingrassa, e ha sempre paura di finire il cibo, che nasconde da tutte le parti.
Questo, naturalmente, per non parlare dei personaggi principali.
O dei tre storici. 

mercoledì 8 luglio 2015

I diritti del lettore secondo AmyJay



Rispondo al book tag di Liza e di A Game of T.A.R.D.I.S., preso da quanto ho capito dall’ incipit di “Come in un romanzo” di Pennac –che per altro è qui alla mia sinistra, sulla scrivania, che mi guarda in cagnesco da aprile! Let’s go!

1) Il diritto di non leggere. Un libro che non avete intenzione di leggere, né ora né mai. 

Decisamente: la saga di Hunger Games di Suzanne Collins Non per cattiveria, ma ormai ho le tasche piene di recensioni, buone o cattive, e la trama l’ho letta su Wikipedia. L’idea non è male, secondo me, ma fa tanto moda ed io, odiando le mode, non posso assolutamente scenderci a patti.

2) Il diritto di saltare le pagine. Un libro che avete letto saltando pagine, interi capitoli, o magari soltanto lunghe descrizioni



…okay, mi preparo alla bomba a mano che mi lancerà Ylla: Il signore degli anelli, saga completa, di J.R.R. Tolkien. Allora…sì, bella la montagna, Frodo, ma santo cielo! Siamo appena al quindicesimo capitolo e siete appena partiti, e già so che mi mancano altri due libri per sapere come finirà…dai, per favore, guarda da un’altra parte!


3) Il diritto di non finire un libro. Un libro che avete lasciato a metà  


Il quinto capitolo della saga di Pretty Little Liars, ovvero Giovani, carine e bugiarde – cattive di Sara Shepard. Ho fatto tanto per averlo e…poi mi sono resa conto che era un fiasco totale, peggio dei precedenti –che un senso ancora lo avevano. Dopo aver letto i primi sei o sette capitoli l’ho riposto nel cassetto per poi venderlo su un sito di e-commerce peer to peer.

4) Il diritto di rileggere. Il libro che avete riletto più spesso.



Alice nel Paese delle Meraviglie, di Lewis Carrol. E come si dice in gergo, ogni volta che lo rileggo è diverso. Mi accorgo di particolari che non avevo notato, o cambia significato per me. Nel senso che in qualsiasi pasticcio emotivo e mentale io mi trovi, questo libro mi porta dentro di se e mi fa scordare di tutto il resto. E mi sento esattamente come la ragazza di cui parlano i Coldplay in “Paradise”.


5) Il diritto di leggere qualsiasi cosa. Un libro "per bambini" che avete letto da adulti, oppure un libro "per adulti" che avete letto da ragazzini.


La saga di Fairy Oak, di Elisabetta Gnone. E’ stato davvero un colpo al cuore leggerlo. Primo, perché a quell’età stavo giusto scrivendo una storia molto simile ma molto più fantasy medievale. Secondo, perché non pensavo che quel libro mi potesse emozionare tanto. E se provo a rileggerlo, mi emoziona ancora oggi il solo pensiero.
6) Il diritto al bovarismo. Il libro che più vi ha fatto desiderare di essere tra le sue pagine e di avere la vita dei protagonisti.


Questa è la scelta più difficile. In centinaia di personaggi mi sono immedesimata ed ho cercato di imitare. Ma me ne rendo conto ora, mai come Tris Prior in Divergent (di Veronica Roth). Tendenzialmente, in tutti i libri che leggo mi invento un “mio” personaggio che potrebbe incastarsi perfettamente con la storia. Con Tris, invece, mi sono ritrovata in lei. Io ero Tris, prendevo le sue stesse scelte prima ancora che lei le prendesse nel libro. Il fatto che quei tre libri siano tra i pochi non nascosti nella mia libreria è indice di questo mio bovarismo.

7) Il diritto di leggere ovunque. Il posto più strano in cui l'avete fatto. Ehm, cioè, il posto più strano dove avete letto.

Diciamo che ho due aneddoti, ma uno è simile a quello che è già stato scritto. E li riporto entrambi
Primo: weekend al mare con il fidanzato (nuovo): lui di la a fare la doccia, io in camera che nell’attesa sfioro le pagine del mio libro e…niente, mi prende il raptus. Lui rientra, sorride e mi dice:”Ma tu leggi proprio tanto, ne!”. E qui, citando la mia migliore amica, gli ho puntato il dito contro esclamando:”Se Tris e Tobias si lasciano entro le prossime tre righe ti riterrò direttamente responsabile!”.
Secondo: prendo Divergent in biblioteca, torno a piedi ed arrivo a casa che avevo già letto i primi cinque capitoli. Vi giuro che non ho idea di che strada abbia fatto quel pomeriggio! XD

8) Il diritto di spizzicare. Il libro che spizzicate con maggiore frequenza, perchè ne sentite più spesso la mancanza.


Luisito di Susanna Tamaro. Ho segnato con dei post-it rosa le mie citazioni preferite, che ogni tanto vado a leggere prima di spararle con saccenza sui social network.

9) Il diritto di leggere a voce alta. Un libro che almeno una volta avete provato a leggere ad alta voce.

Piangendo lacrime amare, a voce alta ho letto gli ultimi passi di Lettera ad un bambino mai nato di Oriana Fallaci. Non la amo particolarmente come persona, ma in questo libro ha raccolto una serie di pensieri che mi hanno molto colpita e che mi hanno fatto bene in un determinato momento della mia vita. Ammetto che non sia stata una scelta piacevole, è capitato, ma di solito leggo nella mente o a voce molto bassa.

10) Il diritto di tacere. Un libro che vi ha sconvolto così tanto (in senso positivo o negativo) da non voler condividere quelle emozioni con nessuno.


Io che di solito recensisco tutto e parlo di tutto, non ho mai avuto il coraggio di dire apertamente cosa penso di 6 aprile ’96 di Sveva Casati Modignani. Nell’estate di 5 anni fa, quel libro è stata una dolorosa profezia. Sulla quale, credo, vorrei che nessun’altro a parte me osi pronunciarsi.

domenica 5 luglio 2015

So far, so good

Visto che abbiamo superato la metà dell'anno, ho pensato di dare un'occhiatina a come sono messa con la Reading Challenge e questo è ciò che ho visto:

-Un libro con più di 500 pagine Il sari rosso
-Un romanzo classico
-Un libro che è diventato/sta per diventare un film
-Un libro pubblicato quest'anno
-Un libro con un numero nel titolo
Undici minuti
-Un libro scritto da qualcuno sotto i 30 anni
-Un libro con personaggi non umani
Buon Apocalisse a tutti
-Un libro divertente
-Un libro scritto da un'autrice
La figlia del tempo
-Un mystery o un thriller L’ombra del collezionista
-Un libro con una sola parola nel titolo
-Una raccolta di storie brevi
Il cavaliere dei sette regni
-Un libro ambientato in un altro paese
-Un libro di saggistica 
Ancora dalla parte delle bambine
-Il primo libro di un autore conosciuto
-Un libro di un autore che ami che non hai ancora letto
-Un libro raccomandato da un amico
A volte ritorno
-Un libro vincitore del Premio Pulizer
-Un libro ispirato ad una storia vera
-Un libro che sta infondo alla tua TBR
Maschio bianco etero
-Un libro che tua madre ama
-Un libro che ti fa paura
-Un libro che abbia più di 100 anni
-Un libro che vuoi leggere solo per la sua cover
The elite
-Un libro che avresti dovuto leggere a scuola, ma non l'hai fatto Fahrenheit 451
-Un libro di memorie
-Un libro che puoi finire in un giorno
Volevo i pantaloni
-Un libro che abbia un antonimo nel titolo
-Un libro ambientato in un luogo che hai sempre voluto visitare
-Un libro uscito nell'anno in cui sei nato
Il tristo mietitore
-Un libro con recensioni negative The selection
-Una trilogia
The selection trilogy
-Un libro della tua infanzia
Facciamo che ero Lotti
-Un libro con un triangolo amoroso
The one
-Un libro ambientato nel futuro
-Un libro ambientato alle superiori
-Un libro che abbia un colore nel titolo
Il sari rosso
-Un libro che ti ha fatto piangere
-Un libro con la magia
L’arte della magia
-Una graphic novel
-Un libro di un autore che non hai mai letto finora
-Un libro che possiedi ma che non hai mai letto
-Un libro che è ambientato nel tuo paese
Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario
-Un libro originariamente scritto in un'altra lingua
-Un libro ambientato a Natale

-Un libro di un autore che ha le tue stesse iniziali
-Un'opera teatrale
-Un libro vietato 
-Un libro ispirato da una serie TV o trasformato in una serie TV
Chiamate la levatrice
-Un libro che hai iniziato ma mai finito

Ventuno spunte su cinquanta (due per la verità sono sullo stesso titolo e vorrei sdoppiarle). Per ora il libro più facile da abbinare è stato Chiamate la levatrice, perché lo avevo già prenotato in biblioteca prima di leggere la challenge, il più difficile sarà quello con l'antinomia nel titolo, dopo sei mesi non ho ancora ben capito cosa si intenda. Quello che mi ha deluso di più credo sia stato Volevo i pantaloni, lo immaginavo un po' più sviluppato e improntato a una sorta di ribellione femminista.
Quello che mi ha colpito di più... non so scegliere, per ora sono circa la metà!
Le vostre sfide come stanno andando? Qual è il libro che vi crea più problemi di abbinamento?