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lunedì 29 giugno 2015

La morte può essere una grandiosa avventura, ma anche no


















  
Lo ammetto: sono una grande fan di Willwoosh e quando ho saputo che aveva scritto un libro per molto tempo ho meditato di comprarlo. Altrettanto onestamente ammetto di aver aspettato quando l'ho trovato in sconto, in libreria. 
Avviso subito che non è un libro per i deboli di stomaco: non che sia splatter, ma le creature qui dentro descritte sono a metà tra Dylan Dog e Tim Burton, come stile. 
La trama è avvincente, ti tiene incollato alle pagine e ti trascina proprio come un'onda. Non è uno spoiler significativo dire che la vicenda si incentra sulla morte del protagonista, che resta avvolta nel mistero per molti capitoli.
Il finale può sembrare inconcludente, ma in realtà questo "finale aperto" lascia al lettore la libertà di farsi un film mentale in cui tutti finisce esattamente come vuole lui. È introspettivo, a tratti anche ironico, circa la morte. 
Lo stile non è male, ammetto che mi aspettavo di peggio: Guglielmo scrive in terza persona -che qui mi è piaciuta, nda :)- ed è un bravo giocatore dei punti di vista. Ogni tanto parla anche dal POV dei cattivi, il che rende molto interessant tutta la storia. I personaggi sono molteplici, sfaccettati ed oserei dire che ce n'è per tutti i GuSti ;) 
Spolliciata in su per Gu, e segnato nella reading challenge come romanzo scritto da chi ha meno di trent'anni -attualmente ne ha 27/28- ;)
AmyJay

I diritti del lettore (Book Tag)



Questa volta faccio un tentativo. Invece di propinarvi un'incasinata recensione senza capo né coda, provo a cimentarmi con un book tag trovato su uno dei blog che seguo più volentieri: A Game of T.A.R.D.I.S..
Funziona così: un tuffo nei ricprdi, quando mi sono ritrovata davanti ai diritti imprescindibili del lettore secondo Daniel Pennac e ho pensato "sì, sì, è proprio così!", e un gioco di associazione, ad ogni diritto bisogna assegnare un libro.
Insomma, proviamoci!

1) Il diritto di non leggere. Un libro che non avete intenzione di leggere, né ora né mai. 


Colpa delle stelle, di John Green. Ovvero: la somma e unica ragione per cui mi ripromisi di non leggere mai e poi mai qualcosa di Green. Non sono molto brava con le promesse. Sia chiaro, io non ho paura di piangere. Piango per qualsiasi cosa. Ma ho dei seri problemi con i libri che parlano di malattie - essendo ipocondriaca, con le malattie in generale. Ho sempre considerato i libri come qualcosa che ti permettesse di fuggire dalla realtà quando è troppo dolorosa da sopportare. Mi piaccono le storie d'amore, i fantasy, tendenzialmente le cose che finiscono bene. O che non partono in tragedia.


2) Il diritto di saltare le pagine. Un libro che avete letto saltando pagine, interi capitoli, o magari soltanto lunghe descrizioni

La biblioteca dei morti, di Glenn Cooper, che sto leggendo adesso. Come tutti i libri che non mi convincono del tutto, tendo a perdermi, a pensare ad altro, a saltare le pagine se trovo noiose alcune parti.
Poi magari alla fine me ne manca un pezzo e non capisco del tutto il senso.
Tant pis.







3) Il diritto di non finire un libro. Un libro che avete lasciato a metà  

Elianto, di Stefano Benni. Tutto è cominciato al liceo, quando il mio migliore amico di allora, innamorato di Benni sin dal suo primo libro, mi disse "Questo devi leggerlo!". Nello stesso periodo, mi fu regalato La grammatica di Dio. Ne cominciai la lettura, partendo con ottime prospettive. La interruppi alla terza storia, scegliendo di non leggere nemmeno il tanto acclamato Elianto. Qualche mese fa, lo trovai in una libreria dell'usato, e lo presi pensando con un sorriso a quante volte ne ho rimandato la lettura senza un buon motivo.
A quasi metà libro, ho deciso che forse qualche motivo c'era.




 4) Il diritto di rileggere. Il libro che avete riletto più spesso.
Il Piccolo Principe, di Antoine de Saint Exupéry. Semplicemente, il mio libro preferito. Lo so a memoria, alcuni pezzi mi rimbalzano semplicemente in testa in determinati momenti della mia vita. Mi commuovo, ogni volta che capito tra le sue pagine. E scopro cose nuove, riflessioni fresche, sempre attuali.

5) Il diritto di leggere qualsiasi cosa. Un libro "per bambini" che avete letto da adulti, oppure un libro "per adulti" che avete letto da ragazzini.

Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, di Luis Sepúlveda. Letto da bambina, alle elementari. mi era piaciuto molto. Non l'ho letto pensando che fosse un libro da grandi, naturalmente. I micini e gli uccellini sono roba da mormocchietti, i grandi non hanno tempo per quelle cose, pensavo. Ma sospetto che se mi decidessi a rileggerlo scoprirei che mi ero persa molte cose.

6) Il diritto al bovarismo. Il libro che più vi ha fatto desiderare di essere tra le sue pagine e di avere la vita dei protagonisti.

L'arciere di Kerry, di Lynn Flewelling. Il libro che più mi ha fatto innamorare negli ultimi anni. Roba che quando ne parlavo con qualcuno e la povera vittima dei miei blabla si convinceva che sarebbe stato carino leggerlo, veniva subito avvertita: "Guarda che dovrai scegliere da che parte stare. Alec o Seregil. Considerala una questione di vitale importanza".
Il fatto che ci sia un'immagine del tenebroso faie dai capelli lunghi ancora appiccicata con lo scotch sulla mia scrivania, è la dimostrazione che non stavo affatto scherzando. 

7) Il diritto di leggere ovunque. Il posto più strano in cui l'avete fatto. Ehm, cioè, il posto più strano dove avete letto.


A Ferragosto, seduti sulla riva di un torrente, con un gruppo di colleghi e amici.
Loro prendevano il sole e giocavano a carte: perché io non potevo leggere qualche pagina?
Vi risparmio la descrizione delle loro facce.






8) Il diritto di spizzicare. Il libro che spizzicate con maggiore frequenza, perchè ne sentite più spesso la mancanza.

Non saprei citarne uno in particolare: la risposta potrebbe essere un nome, o meglio, un nome e un cognome. Terry Pratchett.
 Things just happen, what the hell.

9) Il diritto di leggere a voce alta. Un libro che almeno una volta avete provato a leggere ad alta voce.

 Shadows return, di Lynn Flewelling (sempre lei). Ovvero, come far sentire peggio un'amica cercando di risollevarne il morale. Mandate avanti la traduzione, vi prego, o potrebbe ricapitare.
Come leggere in inglese impegnandosi e cercando di dare un senso a quello che si legge senza sapere affatto cosa stia succedendo nel libro.






10) Il diritto di tacere. Un libro che vi ha sconvolto così tanto (in senso positivo o negativo) da non voler condividere quelle emozioni con nessuno.

Il gusto proibito dello zenzero, di Jamie Ford. Mi ha emozionato così tanto che non riuscirei a farne una recensione, e quando provo a consigliarlo, non riesco mai ad essere convincente. E se poi lo leggono e non lo apprezzano? Mi sembra come se fosse un piccolo tesoro...

domenica 28 giugno 2015

Soulles - Gail Carriger

Immaginate la Londra vittoriana che conosciamo grazie ai libri di storia, aggiungete vampiri e licantropi integralmente accettati dalla società, e infine buttateci dentro una zitella senz’anima, nonostante avesse solo venticinque anni d’età, di origini italiane e con quindi tutte le caratteristiche del caso: seno prosperoso, fianchi anche, carnagione olivastra, naso alla Dante e un parasole come arma contro soprannaturali ignari della sua identità.
Quando dicevo senz’anima, intendevo proprio priva di questa peculiarità che pare risiedere in abbondanza presso i soprannaturali. L’eccesso d’animo può fare la differenza durante la trasformazione in soprannaturale, la differenza tra la vita e la morte.
La nostra italianissima protagonista, tale Miss Alexia Tarabotti, era rimasta nubile, in quanto non esempio di bellezza secondo le mode dell’epoca dettate dalla presenza di vampiri d’alto rango, che prevedevano: pelle bianca e pallida, occhi chiari, capelli chiari, lineamenti delicati e infine costituzione sottile.

In realtà quello che la rendeva una sposa non accettabile era l’intelligenza, poiché a differenza della madre e delle sue sorelle, passava il suo tempo in biblioteca piuttosto che a rendersi ridicola mostrando una certa ignoranza durante le feste che Alexia evitava rifugiandosi nella biblioteca dei padroni di casa.
Proprio durante uno dei soliti balli, mentre Alexia si trovava in biblioteca, ridotta alla fame e costretta a farsi preparare del thé con dei biscotti, un’altra creatura ridotta alla fame tentò di dissetarsi con il suo sangue, ma il povero malcapitato non sapeva della straordinarietà di Alexia: una senz’anima col semplice tocco rendeva di nuovo umani i soprannaturali. Quindi il poveraccio senza più canini con cui morderla si ritrovò un parasole in testa che lo fece cadere e morire successivamente per mano della stessa indifesa, così poteva parere, fanciulla.
Ovviamente con un delitto soprannaturale, volete che non ci sia un corpo di polizia a tutela di queste classi? No, non sia mai. Magari anche capeggiata da un rampante barone scozzese tutto muscoli, un licantropo mi pareva logico, di nome Ser Connell Maccon? Ebbene si!
Quest’ultimo trovava il modo di porsi di Alexia piuttosto irritante quanto divertente, cosa che presto si accorse di provare la stessa Alexia.
La narrazione è in terza persona, anche se i pensieri dei personaggi sono espressi piuttosto bene. L’amore nei confronti di Miss Alexia Tarabotti è immediato, per il suo modo pragmatico di trattare le questioni, senza mai scendere dal gradino dell’alta società a cui appartiene.
V’innamorerete dei personaggi e di tutte le situazioni comiche che si creano, inoltre è scritto piuttosto bene, nonostante la traduzione italiana sia veramente pessima.
Divertente, con un’ottima suspance, rende l’investigazione un genere interessante e leggero.
Vi consiglio di leggerlo se vi piace il genere, però vi avverto: l’aMMore in questa storia non manca. Forse per i fanciulli non è una lettura che consiglierei ma alle fanciulle si.





BUONA LUNA PIENA A TUTTI!

Città di...noia

Mi dispiace ammetterlo, ma almeno il primo capitolo della saga di Shadowhunters di Cassandra Clare non mi è proprio piaciuto.
Banale, scontato, scritto in terza persona. Non ci sono sprazzi di fantasia: si capisce tutto subito, almeno per la prima parte del romanzo, e forse l'unica eccezione è capire di chi sia davvero innamorato Alec. Ma è un dubbio che dura pochi giorni. 
Incredibile ma vero, l'unico personaggio che mi è piaciuto è proprio il Cattivo, Valentine: forse perché è piu in ombra, quindi uno dei meno scontati -anche Hodge e Jocelyn non scherzano- e poi mi piace il modo in cui rivela a Clary la verità.
Idea bella, davvero interessante, ma secondo me scritta con un po' troppa flemma. Doveva essere, credo, più dinamico e forse essere un po' meno prevedibile -mascherare un po' i comportamenti, per esempio, di Simon ed Alec. 
La trama in breve? Adolescente di 15 anni che scopre che nel proprio mondo esistono i demoni ed il loro cacciatori, e lo scopre perché lei è "più speciale" degli umani che di solito non li vedono -i cacciatori-. Ovviamente lei è figlia di Cacciatori, come scoprirà dopo essere stata attaccata da una creatura demoniaca, e capirà i suoi poteri che sono stati offuscati da uno stregone di nome Magnus Bane. Intanto succedono altre 10.000 cose, alcune divertenti altre...beh!
Le descrizioni della Clare proprio NON mi piacciono: sono confusionarie, a mio dire, e forse un po' troppo superficiali. Poi, per carità, mi piace l'idea di essere così dettagliata...ma alla lunga mi annoia. Ho lo stesso problema con Dickens e con Tolkien, per dire. Le do atto della bella idea e di aver scritto un romanzo tutto sommato buono, ma non me gusta.
Io ammetto che non penso di leggere oltre di questa saga, ma se le volete dare una possibilità preparatevi solo una tazza di caffè accanto perché secondo me ne avrete bisogno! 
AmyJay

venerdì 26 giugno 2015

Il castello errante di Howl - Diana Wynne Jones




"Prendi una stella cadente, con tatto,
Alla mandragola dona un bambino.
Gli anni passati, che fine hanno fatto?
Chi taglia al diavolo il piede caprino?
Delle sirene come odo il canto?
E dell'invidia com'evito il pianto?
Ancora, Ancora:
Qual è il mulinello
che spinge l'onesto oltre ogni tranello?

Di cosa si tratti decidilo tu,
E aggiungi, a questa, una strofa in più."







Diana Wynne Jones   VS  Miyazaki's kingdom


Bentornati!

Scusate l'entusiasmo e il lungo periodo di inattività, ma
oggi recensirò uno dei libri che ho preferito in assoluto con qualche piccolo
riferimento alla versione cinematografica di Hayao Miyazaki.

Per chiunque non conosca quest'opera mi fermerò a fare un breve riassunto della trama, cercando di evitare il più possibile degli spoiler...anche perché leggerlo è un piacere di cui non voglio privare alcuno.
La giovane e poco ambiziosa Sophie è la prima di tre sorelle, quindi convinta che tutto il successo fosse destinato alla sorella Lettie, bella come il sole, e a Martha, intelligente e raffinata figlia del secondo matrimonio del padre.
Sophie pensava di dover passare la sua vita nella cappelleria di famiglia situata ad Ingary, un bizzarro mondo in cui streghe e maghi erano all'ordine del giorno. Le voci del luogo riportavano di una terribilissima strega delle Terre desolate e un mago casanova di nome Howl, quest'ultimo pareva fosse piuttosto abile nel rubare i cuori delle belle e giovani fanciulle. Sophie che era una comunissima ragazza pensava di essere al riparo dalle questioni magiche, sicuro temeva che Howl carpisse la povera sorella Lettie o l'ingenua Martha, ma di certo non avrebbe mai creduto a quel che le stava per accadere.
Un giorno, a spezzare la sua routine entrò nel negozio un certa strega che non contenta dei cappelli in vendita, scagliò una maledizione sulla sconsolata Sophie, la quale si tramutò in una sprintosa vecchietta di circa ottant'anni.
Non potendo restare in città con quell'aspetto la vecchia Sophie decise di andare in contro al suo destino, che si rivelò come un'enorme castello errante che si muoveva grazie alla magia di un demone del fuoco, Calcifer.
Indovinate: chi era il padrone del castello?
Howl ovviamente! Il mago più giovane e affascinante che Sophie potesse incontrare, ma con un caratteraccio... Anche la nostra vecchietta, però, sembrava aver tirato fuori un bel caratterino, contrariamente a quanto descritto all'inizio del libro.

I conti sono presto fatti, Sophie cercherà di sciogliere la sua maledizione e nel farlo scoprirà il vero Howl.


Il libro in questione si può acquistare in qualsiasi libreria nella sezione ragazzi tra i dieci e i tredici anni, ma io lo trovo piuttosto limitante poiché la narrazione è fluida, scritto con dovizia anche se non si dilunga nella descrizione dei particolari, ha un ritmo coinvolgente e un modo di scrivere adatto alla situazione narrata. Le quasi duecentocinquanta pagine volano via come un soffio e ti trascinano in un mondo fantastico e magico in cui tutto è possibile.
La vena di realtà è comunque presente nella descrizione del mondo da cui il mago più talentuoso proviene. Rullo di tamburi....Galles.
Sophie, Howl o meglio conosciuto nel mondo reale come Howell Jenkins e un cane misterioso si addentrano nel paese natale del mago per recuperare la metà della filastrocca maledetta che ho voluto trascrivere sopra.
I riferimenti colti sono tanti: la filastrocca in questione non è altro che una poesia di John Donne, e non solo! Anche lo stesso Howl è l'esemplare moderno di eroe bayroniano.

Insomma a farla breve mille elogi al libro uscito dalla mente di quella donna...FATELE UNA STATUA!
Ora tanti applausi poiché senza questo libro neanche il film sarebbe potuto esistere.
Invece eccoci qui.

La trama del film è identica a quella del libro tranne per alcuni particolari, come il ritorno al mondo reale del Galles che invece Miyazaki ha voluto omettere. Il perché è presto detto, ricordo che il mondo fantastico che proviene dalla mente di quell'uomo sfiora poco la realtà. Straordinario nella sua capacità di essere un visionario in questo senso.
A parte qualche piccola variazione ritengo che si attenga abbastanza e che sia reso nel modo migliore che l'animazione poteva offrire. Meno male che l'ha fatto Miyazaki perché penso che dal punto di vista dell'animazione, in quanto a fantasia pochi battono Miyazaki. Anche per lui porgerei le mie STANDING OVATION!

In definitiva vale la pena leggere il libro, e poi vedere il film.

Miyazaki rende una perfetta immagine a colori di quanto non faccia la nostra fantasia mentre tentiamo di leggere il libro.

Tutti i personaggi sono piuttosto ben riusciti, ma quello di cui vi assicuro vi innamorerete sarà Calcifer, un piccolo e tenero demonietto che gioca a fare l'insensibile.


Per il momento è tutto!

ATTENTI ANCHE A VOI ALLA STREGA DELLE TERRE DESOLATE,
POTREBBE TIRARVI QUALCHE ANTIPATICO
TIRO MANCINO!