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sabato 18 luglio 2015

The Heir - Kiera Cass

Ho atteso così a lungo -un mese e mezzo!- per leggere il quarto volume di The Selection che appena l'ho avuto tra le mani ho rinunciato a tutti i miei programmi per il sabato pomeriggio per tuffarmi nella lettura.
Ho sviluppato una teoria sul motivo per cui leggo libri che so già essere orribili: prendermela a morte con autore/personaggi devia buona parte della mia acidità quotidiana.
Spoiler fino all'ultima pagina.

Nel primo libro della duologia sequel di The Selection troviamo Eadlyn, la figlia primogenita di America e Maxon nonché erede al trono, che accetta a malincuore di dare il via a una Selezione per distrarre l'attenzione del popolo dai problemi attuali -nonostante il sistema di caste sia stato abolito da anni iniziano a verificarsi delle insurrezioni- ma in realtà la principessa non ha alcuna intenzione di innamorarsi...

Messa così, potrebbe non sembrare troppo male, ammetto che la mia trama sia abbastanza vaga da poter preludere a sviluppi interessanti, ma qualsiasi approfondimento è indistricabilmente legato a una critica.
Eadlyn è nata sette minuti prima del suo gemello, Ahren, i suoi genitori hanno alterato la legge di successione per permetterle di ereditare il trono in quanto primogenita, senza curarsi di chiedere il suo parere, ovviamente. La principessa -che, dimenticavo!, è protagonista assoluta e narratrice della storia- si dichiara molto scontenta di non poter decidere del proprio destino, il che è senza dubbio condivisibile ma è difficile non chiedersi: "E se non dovessi fare la regina, che accidenti faresti?".
A Eadlyn non interessa praticamente nulla: i genitori le hanno insegnato a suonare il piano e a fotografare ma nessuna delle due cose la appassiona; ciò che ama davvero è disegnare abiti ma, nemmeno per un momento, rimpiange di non essere libera di diventare una stilista, anzi, il pensiero non la sfiora neanche. E non perché, non potendo sottrarsi al suo destino, abbia deciso di non piangersi addosso: le capita spesso di odiare Ahren e i due fratelli minori per non essere nati prima di lei.
Inoltre, pur essendo stata allevata per il trono, non mi pare una grande statista, ma è difficile dirlo per quanto si parla del lavoro che compie a fianco del padre, il massimo che fa è lavorare a un fantomatico bilancio, dopo essersi lamentata di non amare la matematica.
Le premesse non sono delle migliori ma per i primi due capitoli ho quasi pensato di poterla apprezzare: è una ragazza forte (Mi guardai allo specchio e parlai al mio riflesso. "Tu sei Eadlyn Schreave. Sei la prima in liea di successione al trono di questo Paese, e sarai la prima ragazza a farcela da sola. Nessuno al mondo è più potente di te!") e quando i genitori, dopo averle assicurato che non l'avrebbero mai costretta a sposarsi contro la sua volontà, la obbligano a indire la Selezione protesta, in modo molto adolescenziale ma ha solo diciotto anni, e poi decide che va bene, si faccia la Selezione, ma farà in modo di non scegliere nessuno.

Ancora qualche altro capitolo ed Eadlyn riesce nella difficile impresa di dimostrarsi una protagonista peggiore di sua madre, a metà libro la stavo odiando con tutta me stessa.
Il suo primo gesto per movimentare la Selezione è eliminare undici candidati su trentacinque, passando in mezzo ai ragazzi tutti riuniti insieme e dicendo cose come
"Può andare. Grazie per la partecipazione, ma la sua presenza a Palazzo non è più richiesta."[...] Non riuscivo a capire perché fosse così seccato.
Passando davanti a Nolan mi limitai a un gesto della mano.
 Mi fermai di fronte a Jamal "Può andare." Accanto a lui, Connor stava sudando copiosamente per l'imbarazzo. "E lei con lui."
Notate la grazie e la gentilezza della futura regina? E lei non si capacità di come tutti possano rimproverarla per questo gesto: in fondo non ha detto nulla di umiliante o di accusatore!

Tra i vari partecipanti, per lo più del tutto anonimi, si distinguono Kile, che ha vissuto a palazzo in quanto figlio di Miss Marlee, che non sopporta la principessa e si è trovato iscritto a sorpresa; Hale, che si propone per fare qualcosa per lei ogni giorno; Henry, uno straniero che parla solo finlandese e ha bisogno di un interprete, Erik, che speravo sinceramente diventasse l'amante di Eadlyn, ma per ora nada.
Eadlyn non vuole assolutamente innamorarsi ma, con suo immenso stupore, dopo aver trascorso qualche ora con i vari candidati si sente quasi affezionata a loro. Qualcuno le regala una copia del Piccolo Principe, please? Oltre a un manuale del Perfetto Erede al Trono: 'sta ragazza è seriamente convinta di essere in gamba e amata dal popolo. Almeno fino alla prima uscita pubblica, in cui viene bersagliata di verdura e la prende come un attentato bombarolo.
"Tutta questa situazione è orribile. Mi sono vista  buttare addosso verdura marcia e giudicare per un bacio. Un ragazzo mi ha toccato contro la mia volontà e un altro mi ha fatta cadere per terra. Per quanto mi sforzi di far funzionare le cose, i giornali ci sguazzano a umiliarmi di continuo."
Precisiamo:
Mi ha toccato contro la mia volontà = Mi ha afferrato un braccio per trattenermi
Un altro mi ha fatta cadere per terra = Difficile capire come, dato che il ragazzo stava caricando il braccio per sferrare un pugno a un avversario.
Giudicare per un bacio = Che aveva dato a Kile, puramente a favor di fotografi, nella prima settimana di Selezione, dopo non aver considerato nessuno dei partecipanti.

Prima ho detto che è una ragazza forte? Scherzavo, scherzavo!
Si comporta da stronza persino con la sua metà, Ahren, innamoratissimo della principessa di Francia, a cui consiglia di non prendere una decisione affrettata -sposare Camille- perché in patria ci sono un sacco di ragazze che ha del tutto trascurato. è talmente palese che lo dica solo perché non vuole che il gemello si trasferisca in Francia -in fondo, chi se ne frega della sua felicità!- che ho sperato lui le tirasse un pugno. Invece ha fatto di meglio: è scappato in Francia e ha sposato Camille senza dire nulla alla famiglia, lasciando dietro di se solo una lettera alla sorella
"Le tue parole sono state un vero colpo, Eadlyn. Volevo assecondarti, starti a sentire e riflettere sui tuoi suggerimenti. Sapevo che se lo avessi fatto, un giorno mi avresti convinto a rinunciare a ogni cosa per te. Forse persino a mettermi la tua corona sulla testa. E sa il cielo se non lo avrei fatto. Farei qualsiasi cosa per te. Perciò, prima che tu potessi chiedermela, ho donato la mia vita a Camille." 
Ahren non sembra troppo male, ma ha quattro scene in croce. Se il libro fosse stato narrato, tutto o almeno in parte, dal suo punto di vista sarebbe stato molto più apprezzabile, dato che è cento volte più maturo e consapevole della sorella.

In definitiva, il mio personaggio  preferito è il fratello di mezzo, Kaden, che ha due, massimo tre battute, una delle quali è:
"Non parlarmi in quel modo, Eadlyn. Ho quattordici anni, non quattro. leggo i giornali e presto attenzione ai Rapporti. Parlo più lingue di te e sto imparando quello che hai imparato tu senza che nessuno mi costringa a farlo. Non crederti migliore di me. Io sono un principe.[...] Tu hai un lavoro, come tutti in questo mondo. Smettila di comportarti come se questo ti rendesse diversa dagli altri"
Quindi, spero che Eadlyn muoia orribilmente, insieme ai suoi genitori magari, e Kaden diventi re.
Sarebbe un finale bellissimo.


(Ma quanto ho scritto?? Prometto che la prossima recensione sarà più corta e su un bel libro!)

venerdì 17 luglio 2015

Sometimes I wish I could save you

Prendo in prestito il titolo di una nota canzone dei Simple Plan per raccontare cosa ho provato leggendo questo libro. L'autore descrive tutto in modo asettico e privo di giudizi, come un saggio, ma la storia spezza il cuore.
Racconta la storia di Rudolph Hoss, futuro comandante di Birkenau -al secolo Aushwitz 2- e di Hanns Alexander, l'ebreo naturalizzato inglese che gli darà la caccia per portarlo al processo di Norimbega che lo giustizierà. Questo libro mi è stato consigliato da colui che ha portato sulle scene questo stesso romanzo con lo spettacolo "Io comandavo Birkenau". L'ho letto, tutto, e mi ha davvero spezzato il cuore a metà. E come in molti libri sul nazismo, nulla è davvero come sembra 
Rudolph Hoss non è il mostro che tutti vedono. O meglio, non lo è stato sempre. Era un ragazzo come tanti, che ha voluto entrare nell'esercito per aiutare finanziariamente la sua famiglia e da lì, praticamente senza che lui se ne accorga, lo ha portato nella rosa dei grandi del Terzo Reich. Parallelamente, Hanns ed il suo gemello Paul crescono nella Germania delle leggi antisemite, e solo in Inghilterra troveranno il loro riscatto. È storia alla fine.
Ma la cosa terribile è arrivare alla fine della caccia, in cui vorresti implorare Hanns di non diventare a sua volta un mostro e di provare pietà per il Rudolph buono che hai imparato a conoscere all'inizio del libro.
In tutto il libro asettiche descrizioni saggistiche si alternano a estratti dei diari dei protagonisti, rendendolo uno dei libri più umani che abbia mai letto. Lo consiglio a tutti, ma a seguire una lettura leggera

giovedì 16 luglio 2015

Away - Tamara Ireland Stone





Credo di essere profondamente gelosa del secondo nome dell'autrice. Non è che potrei chiamarmi così anche io?

Vi avevo già parlato di Stay (precisamente qui), il primo libro che racconta le vicende di Anna e Bennett, due squisiti ragazzini innamorati con un piccolissimo problema da risolvere: quella ventina di anni che separa le loro adolescenze. Mi spiego meglio: Anna vive nel 1995, va al liceo, si prepara per le sue gare di corsa e passa le sue giornate con genitori affettuosi, amici e il sogno di viaggiare per il mondo. Bennett vive nel 2012, va ad arrampicare con Sam, fa costantemente preoccupare i suoi genitori e ha il potere di viaggiare nel tempo. Ogni supereroe, lo sanno tutti, ha i suoi limiti, a maggior ragione quelli che non sono poi così tanto super: Bennett può arrivare solo al '95, appunto, l'anno in cui è nato. E l'ha scoperto nel modo più brutto possibile: perdendo sua sorella Brooke nel 1994, ad un concerto in cui si erano teletrasportati insieme. Ma non tutto il male viene per nuocere, infatti è solo così che conosce Anna, di cui si innamora.

Away è il secondo capitolo della saga. Se in Stay venivamo catapultati in mezzo ai pensieri di Anna, in questo secondo romanzo è Bennett a raccontare. Ho apprezzato un sacco il cambio di punto di vista, è interessante e particolare. Dieci punti alla Stone!
Se nprima abbiamo conosciuto Bennett con gli occhi di Anna, ora è Anna a palesarsi in tutta la sua dolcezza e fiducia.
I due innamorati dovranno affrontare nuovi problemi e sfide, sospesi tra il 1995 e il 2012, che procedono veloci, di pari passo nelle vicende raccontate dal protagonista, che vediamo crescere molto di più in questo volume che nel primo.

Ammetto di aver avuto paura, in un primo momento. Ho aspettato a comprarlo, non mi piacciono i seguiti. Me lo sono trovato tra le mani, e per fortuna non sono riuscita a resistere!
Consiglio di leggerli, tutti e due.

venerdì 10 luglio 2015

Tempi glaciali - Fred Vargas

Post precedentemente (e quando dico precedentemente intendo due minuti fa) pubblicato qui.

Avviso: questa non è una recensione.

Insomma, stiamo parlando di Vargas.
Certe cose semplicemente non le puoi spiegare

Abbiamo aspettato un sacco, prima di vederla tornare. Fred, io ero arrabbiatissima con te! Come potevi, continuavo a chiedermi ogni volta che qualcuno ti nominava, aver messo da parte Adamsberg, Danglard, Retancourt e tutti gli altri per scrivere trattati filosofici e simili? Ognuno deve continuare a fare ciò in cui eccelle. Tu sei semplicemente meravigliosa, quando racconti.
Ma insomma, eccoti di nuovo qui. E ci sono proprio tutti, tutti quelli del ciclo del Commissario migliore di tutta la letteratura.
Non voglio assolutamente svelare nulla, vi propinerò quello che troverete anche da tutte le parti.

Si è mobilitata tutta l'Anticrimine del tredicesimo arrondissement di Parigi sul caso dei due apparenti suicidi. Il coltissimo capitano Danglard, grande estimatore di vino bianco, l'energica Violette Retancourt, lo specialista in pesci d'acqua dolce Voisenet. Ma soprattutto lo svagato, irresistibile, «spalatore di nuvole», il commissario Jean-Baptiste Adamsberg. Tutto inizia col ritrovamento di due corpi e la scoperta di uno strano simbolo scarabocchiato accanto a ciascuno di essi. Ma come sempre accade nelle storie di Fred Vargas, questo non è che l'avvio di una avventura che finirà per snodarsi in mezza Europa tra una balzana setta di adepti della Rivoluzione francese e una gita in Islanda finita in tragedia.

«Conosceva Adamsberg da abbastanza tempo per sapere che, nel suo caso, la parola "riflettere" non aveva alcun significato. Adamsberg non rifletteva, non si sedeva da solo a un tavolo, impugnando una matita, non si concentrava davanti a una finestra, non ricapitolava i fatti su un tabellone, con frecce e cifre, non appoggiava il mento su una mano. Vagolava, camminava senza far rumore, ciondolava da un ufficio all'altro, commentava, andava avanti e indietro a passi lenti, ma nessuno l'aveva mai visto riflettere. Sembrava un pesce alla deriva. No, un pesce non va alla deriva, un pesce persegue il suo obiettivo. Adamsberg faceva pensare piuttosto a una spugna, sballottata dalle correnti. Ma quali correnti?» 
 
In realtà, volevo provare a spiegarvi quanto mi piaccia Vargas, e perché sotto sotto io sia convinta che chiunque non sia disposto a darle una possibilità o due commetta davvero un grosso errore.
Vargas è poesia.
Non è una giallista standard, questo si è capito. Di tanto in tanto si allontana così tanto dal filo del discorso che non ricordi nemmeno chi accidenti fosse stato ucciso per ultimo. Ma, nel suo non essere schematica, semina uno ad uno tutti gli indizi, lasciandoteli trovare, se sei abbastanza attento.
E poi, e poi... Ogni suo personaggio è un fiore prezioso, tanto che dopo tanti anni di riletture non riesco ancora a decidere quale sia il primo preferito.
Forse Armel, che mi piaceva così tanto da portarmi a scegliere il suo nome per un personaggio di una storia che stavo scrivendo.
O Veyrenc, che parla in rima e il suo colore dei capelli stupisce sempre tutti, con quel sorriso sghembo e tremendamente affascinante.
O Froissy, che come me mangia e non ingrassa, e ha sempre paura di finire il cibo, che nasconde da tutte le parti.
Questo, naturalmente, per non parlare dei personaggi principali.
O dei tre storici. 

mercoledì 8 luglio 2015

I diritti del lettore secondo AmyJay



Rispondo al book tag di Liza e di A Game of T.A.R.D.I.S., preso da quanto ho capito dall’ incipit di “Come in un romanzo” di Pennac –che per altro è qui alla mia sinistra, sulla scrivania, che mi guarda in cagnesco da aprile! Let’s go!

1) Il diritto di non leggere. Un libro che non avete intenzione di leggere, né ora né mai. 

Decisamente: la saga di Hunger Games di Suzanne Collins Non per cattiveria, ma ormai ho le tasche piene di recensioni, buone o cattive, e la trama l’ho letta su Wikipedia. L’idea non è male, secondo me, ma fa tanto moda ed io, odiando le mode, non posso assolutamente scenderci a patti.

2) Il diritto di saltare le pagine. Un libro che avete letto saltando pagine, interi capitoli, o magari soltanto lunghe descrizioni



…okay, mi preparo alla bomba a mano che mi lancerà Ylla: Il signore degli anelli, saga completa, di J.R.R. Tolkien. Allora…sì, bella la montagna, Frodo, ma santo cielo! Siamo appena al quindicesimo capitolo e siete appena partiti, e già so che mi mancano altri due libri per sapere come finirà…dai, per favore, guarda da un’altra parte!


3) Il diritto di non finire un libro. Un libro che avete lasciato a metà  


Il quinto capitolo della saga di Pretty Little Liars, ovvero Giovani, carine e bugiarde – cattive di Sara Shepard. Ho fatto tanto per averlo e…poi mi sono resa conto che era un fiasco totale, peggio dei precedenti –che un senso ancora lo avevano. Dopo aver letto i primi sei o sette capitoli l’ho riposto nel cassetto per poi venderlo su un sito di e-commerce peer to peer.

4) Il diritto di rileggere. Il libro che avete riletto più spesso.



Alice nel Paese delle Meraviglie, di Lewis Carrol. E come si dice in gergo, ogni volta che lo rileggo è diverso. Mi accorgo di particolari che non avevo notato, o cambia significato per me. Nel senso che in qualsiasi pasticcio emotivo e mentale io mi trovi, questo libro mi porta dentro di se e mi fa scordare di tutto il resto. E mi sento esattamente come la ragazza di cui parlano i Coldplay in “Paradise”.


5) Il diritto di leggere qualsiasi cosa. Un libro "per bambini" che avete letto da adulti, oppure un libro "per adulti" che avete letto da ragazzini.


La saga di Fairy Oak, di Elisabetta Gnone. E’ stato davvero un colpo al cuore leggerlo. Primo, perché a quell’età stavo giusto scrivendo una storia molto simile ma molto più fantasy medievale. Secondo, perché non pensavo che quel libro mi potesse emozionare tanto. E se provo a rileggerlo, mi emoziona ancora oggi il solo pensiero.
6) Il diritto al bovarismo. Il libro che più vi ha fatto desiderare di essere tra le sue pagine e di avere la vita dei protagonisti.


Questa è la scelta più difficile. In centinaia di personaggi mi sono immedesimata ed ho cercato di imitare. Ma me ne rendo conto ora, mai come Tris Prior in Divergent (di Veronica Roth). Tendenzialmente, in tutti i libri che leggo mi invento un “mio” personaggio che potrebbe incastarsi perfettamente con la storia. Con Tris, invece, mi sono ritrovata in lei. Io ero Tris, prendevo le sue stesse scelte prima ancora che lei le prendesse nel libro. Il fatto che quei tre libri siano tra i pochi non nascosti nella mia libreria è indice di questo mio bovarismo.

7) Il diritto di leggere ovunque. Il posto più strano in cui l'avete fatto. Ehm, cioè, il posto più strano dove avete letto.

Diciamo che ho due aneddoti, ma uno è simile a quello che è già stato scritto. E li riporto entrambi
Primo: weekend al mare con il fidanzato (nuovo): lui di la a fare la doccia, io in camera che nell’attesa sfioro le pagine del mio libro e…niente, mi prende il raptus. Lui rientra, sorride e mi dice:”Ma tu leggi proprio tanto, ne!”. E qui, citando la mia migliore amica, gli ho puntato il dito contro esclamando:”Se Tris e Tobias si lasciano entro le prossime tre righe ti riterrò direttamente responsabile!”.
Secondo: prendo Divergent in biblioteca, torno a piedi ed arrivo a casa che avevo già letto i primi cinque capitoli. Vi giuro che non ho idea di che strada abbia fatto quel pomeriggio! XD

8) Il diritto di spizzicare. Il libro che spizzicate con maggiore frequenza, perchè ne sentite più spesso la mancanza.


Luisito di Susanna Tamaro. Ho segnato con dei post-it rosa le mie citazioni preferite, che ogni tanto vado a leggere prima di spararle con saccenza sui social network.

9) Il diritto di leggere a voce alta. Un libro che almeno una volta avete provato a leggere ad alta voce.

Piangendo lacrime amare, a voce alta ho letto gli ultimi passi di Lettera ad un bambino mai nato di Oriana Fallaci. Non la amo particolarmente come persona, ma in questo libro ha raccolto una serie di pensieri che mi hanno molto colpita e che mi hanno fatto bene in un determinato momento della mia vita. Ammetto che non sia stata una scelta piacevole, è capitato, ma di solito leggo nella mente o a voce molto bassa.

10) Il diritto di tacere. Un libro che vi ha sconvolto così tanto (in senso positivo o negativo) da non voler condividere quelle emozioni con nessuno.


Io che di solito recensisco tutto e parlo di tutto, non ho mai avuto il coraggio di dire apertamente cosa penso di 6 aprile ’96 di Sveva Casati Modignani. Nell’estate di 5 anni fa, quel libro è stata una dolorosa profezia. Sulla quale, credo, vorrei che nessun’altro a parte me osi pronunciarsi.

domenica 5 luglio 2015

So far, so good

Visto che abbiamo superato la metà dell'anno, ho pensato di dare un'occhiatina a come sono messa con la Reading Challenge e questo è ciò che ho visto:

-Un libro con più di 500 pagine Il sari rosso
-Un romanzo classico
-Un libro che è diventato/sta per diventare un film
-Un libro pubblicato quest'anno
-Un libro con un numero nel titolo
Undici minuti
-Un libro scritto da qualcuno sotto i 30 anni
-Un libro con personaggi non umani
Buon Apocalisse a tutti
-Un libro divertente
-Un libro scritto da un'autrice
La figlia del tempo
-Un mystery o un thriller L’ombra del collezionista
-Un libro con una sola parola nel titolo
-Una raccolta di storie brevi
Il cavaliere dei sette regni
-Un libro ambientato in un altro paese
-Un libro di saggistica 
Ancora dalla parte delle bambine
-Il primo libro di un autore conosciuto
-Un libro di un autore che ami che non hai ancora letto
-Un libro raccomandato da un amico
A volte ritorno
-Un libro vincitore del Premio Pulizer
-Un libro ispirato ad una storia vera
-Un libro che sta infondo alla tua TBR
Maschio bianco etero
-Un libro che tua madre ama
-Un libro che ti fa paura
-Un libro che abbia più di 100 anni
-Un libro che vuoi leggere solo per la sua cover
The elite
-Un libro che avresti dovuto leggere a scuola, ma non l'hai fatto Fahrenheit 451
-Un libro di memorie
-Un libro che puoi finire in un giorno
Volevo i pantaloni
-Un libro che abbia un antonimo nel titolo
-Un libro ambientato in un luogo che hai sempre voluto visitare
-Un libro uscito nell'anno in cui sei nato
Il tristo mietitore
-Un libro con recensioni negative The selection
-Una trilogia
The selection trilogy
-Un libro della tua infanzia
Facciamo che ero Lotti
-Un libro con un triangolo amoroso
The one
-Un libro ambientato nel futuro
-Un libro ambientato alle superiori
-Un libro che abbia un colore nel titolo
Il sari rosso
-Un libro che ti ha fatto piangere
-Un libro con la magia
L’arte della magia
-Una graphic novel
-Un libro di un autore che non hai mai letto finora
-Un libro che possiedi ma che non hai mai letto
-Un libro che è ambientato nel tuo paese
Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario
-Un libro originariamente scritto in un'altra lingua
-Un libro ambientato a Natale

-Un libro di un autore che ha le tue stesse iniziali
-Un'opera teatrale
-Un libro vietato 
-Un libro ispirato da una serie TV o trasformato in una serie TV
Chiamate la levatrice
-Un libro che hai iniziato ma mai finito

Ventuno spunte su cinquanta (due per la verità sono sullo stesso titolo e vorrei sdoppiarle). Per ora il libro più facile da abbinare è stato Chiamate la levatrice, perché lo avevo già prenotato in biblioteca prima di leggere la challenge, il più difficile sarà quello con l'antinomia nel titolo, dopo sei mesi non ho ancora ben capito cosa si intenda. Quello che mi ha deluso di più credo sia stato Volevo i pantaloni, lo immaginavo un po' più sviluppato e improntato a una sorta di ribellione femminista.
Quello che mi ha colpito di più... non so scegliere, per ora sono circa la metà!
Le vostre sfide come stanno andando? Qual è il libro che vi crea più problemi di abbinamento?

I diritti del lettore (Book tag)

Liza ha detto di provarci e io ci provo!
Book tag copiato da Liza.

1) Il diritto di non leggere. Un libro che non avete intenzione di leggere, né ora né mai.

Ulysses, James Joyce 
Odio avere pregiudizi nei confronti di libri che non ho mai letto ma Ulysses è stato l'argomento che ho più odiato in cinque anni di liceo, l'unico che abbia superato il disgusto per Il Piacere.
Quindi è semplicemente un NO. Non puoi usare un migliaio di pagine per parlare della giornata di tre tizi che per lo più se ne stanno persi nei loro pensieri e non darci nemmeno il sollievo di una virgola. Non puoi scrivere un libro apposta per non essere compreso.
No.

2) Il diritto di saltare le pagine. Un libro che avete letto saltando pagine, interi capitoli, o magari soltanto lunghe descrizioni.

Cinquanta sfumature, di qualunque colore, E. L. James.
Dovevo leggerlo, altrimenti non avrei potuto parlarne male, ma mi voglio troppo bene per farlo con attenzione.

3) Il diritto di non finire un libro. Un libro che avete lasciato a metà.

Le tredici vite e mezzo del capitano orso blu, Walter Moers.
Non che sia l'unico, ma di sicuro è il primo, e quindi non lo scorderò mai. Prima di allora credevo davvero di poter leggere interamente qualsiasi cosa.

4) Il diritto di rileggere. Il libro che avete riletto più spesso. 

Il Signore degli Anelli, riletto per mesi dopo la prima lettura e periodicamente ogni volta che mi viene un dubbio su qualche passaggio o dialogo 

5) Il diritto di leggere qualsiasi cosa. Un libro "per bambini" che avete letto da adulti, oppure un libro "per adulti" che avete letto da ragazzini. 














La voce segreta prestatomi al primo anno di università da una compagna fuori sede che l'aveva portato con se per sentirsi a casa: su di me ha avuto un effetto molto simile. 


6) Il diritto al bovarismo. Il libro che più vi ha fatto desiderare di essere tra le sue pagine e di avere la vita dei protagonisti. 

 Tutti credo non sia accettabile come risposta, quindi vado sul banale: Harry Potter, J.k. Rowling. Come si fa a dire di no a una scuola di magia? Oltretutto credo sia uno dei pochi mondi letterari in cui vorrei cambiare un bel po' di cose.

7) Il diritto di leggere ovunque. Il posto più strano in cui l'avete fatto. Ehm, cioè, il posto più strano dove avete letto. 

Sul marciapiede, cioè camminando. E sì, una volta mi sono schiantata contro un palo della luce, ma ero piccola e da allora ho fatto enormi progressi! Adesso, al massimo, inciampo.

8) Il diritto di spizzicare. Il libro che spizzicate con maggiore frequenza, perché ne sentite più spesso la mancanza. 

L'erede di Hastur, Marion Zimmer Bradley. 
Ovvero il libro che rileggo la sera prima di ogni esame o quando sono genericamente nervosa/arrabbiata/impaurita. Un terapista in formato tascabile!

9) Il diritto di leggere a voce alta. Un libro che almeno una volta avete provato a leggere ad alta voce.

Questa è difficile: mi capita troppo spesso di leggere qualche passaggio ad alta voce, perché non riesco a capirlo o perché lo trovo talmente geniale/esilarante/insensato da avvertire il bisogno di sentirlo.

10) Il diritto di tacere. Un libro che vi ha sconvolto così tanto (in senso positivo o negativo) da non voler condividere quelle emozioni con nessuno.  

Ci ho pensato a lungo, ma non mi è venuto in mente nessun libro che mi abbia sconvolto, in realtà il mio problema principale è trovare qualcuno che riesca a seguirmi nel mezzo dei mie sfoghi libreschi.
Al massimo taccio per gelosia: se un libro mi piace veramente i suoi personaggi diventano esclusivamente miei!