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sabato 4 luglio 2015

Polissena del porcello - Bianca Pitzorno

Perché ormai sono abbastanza grande da leggere libri per bambini.



La mia storia d'amore con questo libro inizia alle elementari, quando andavo in una scuola talmente sfigata da non avere neanche una mezza biblioteca per bambini. Per sopperire alla mancanza, verso la quarta, le maestre ci invitarono a portare un libro ciascuno, così mi ritrovai finalmente con una ventina di libri da leggere quando finivo gli esercizi troppo in anticipo. Ma, una volta finito di leggerli tutti, cosa potevo fare? Rileggerli tutti dall'inizio? Troppo banale! Molto meglio prendere un solo libro e rileggerlo in continuazione.
 OGNI GIORNO.
I miei compagni avevano la nausea di vedermi con quel libro in mano.

Un paio di giorni fa me lo sono ritrovato in mano - avete presente, no? Quando state facendo tutt'altro e nel passare davanti a uno scaffale vi accorgete improvvisamente di avere un libro tra le mani, anche se non avevate nessuna intenzione di leggere - e per rileggere un paio di passaggi l'ho riletto tutto.
 Ovviamente.
E alla fine mi sono ricordata perché da bambina lo finivo e lo ricominciavo senza sosta: avrei potuto farlo ancora, non avessi affinato l'autocontrollo negli ultimi quindici anni.

La trama è piuttosto semplice: Polissena Gentileschi, figlia maggiore di un agiato mercante di Cepaluna, ha sempre fantasticato di non essere davvero figlia del mercante e di sua moglie ma quando un'antipatica compagna di giochi le rinfaccia di essere stata adottata si sente smarrita e scappa di casa per ritrovare la sua vera famiglia, di sicuro una coppia principesca affranta dalla perdita della figlioletta. Si unisce così alla giovane acrobata Lucrezia che viaggia con una buffa compagnia di animali artisti e porta un po' di senno nel viaggio della fantasiosa e impulsiva Polissena. Dopo una lunga serie di fraintendimenti e peregrinazioni, il lieto fine è assicurato, insieme a un colpo di scena che da bambina non avevo proprio visto arrivare (non so se per un adulto sia più prevedibile, io resto sempre un po' stordita su certe cose).

Bianca Pitzorno è per me un'autrice adorabile: la sua narrazione è un misto tra quella un po' più "vecchiotta" e fiabesca, che per un decenne di oggi può sembrare troppo ingenua e infantile, e quella di una sfumatura più moderna e meno stucchevole.
La storia è molto spesso buffa, quasi sciocca - c'è un castello che funge da casa di riposo per ex-pirati, tutti molto gentili con le due bambine, tanto per dirne una - ma l'effetto è quello di una ventata di leggerezza, non di trovarsi di fronte a un libro per il quale sono troppo vecchia, e non credo sia solo il mio affetto nostalgico a farmelo pensare.
Probabilmente definire complesso l'intreccio è un po' esagerato, soprattutto considerando quanto in fretta si risolvano le situazioni, ma ogni passaggio è ben motivato e ho ritrovato una plausibilità di fondo che spesso manca nelle storie per ragazzi più grandi - per non dire nei libri per adulti.

Si preparino dunque i miei futuri nipotini perché glielo leggerò all'infinito!

1 commento:

  1. E' proprio vero: i libri bisogna leggerli almeno due volte!

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