Pagine

martedì 24 marzo 2015

La verità vi renderà liberi(?)


Mi sono impelagata nuovamente nella lettura de "Il codice Da Vinci" per cercare di cominciare, almeno, a spuntare un paio di quadratini alla volta nella mia "Reading Challenge 2015". Quindi...andiamo a quello che penso.
Teniamo conto che l'ho letto, anche se a fatica per colpa dei miei impegni, dopo aver dato un esame di storia delle religioni. Il che mi è tornato molto utile per capire varie cose che il signor Brown ha ficcato in mezzo al libro che più ha sollevato polveroni nell'ultimo decennio -a sentire le voci.
Personalmente: a me le descrizioni di Brown piacciono da morire, adoro il suo essere preciso senza essere maniacale; ha uno stile fluido, che anche se ti perdi un paio di righe per la stanchezza capisci ugualmente. Per chi ha visitato Londra e Parigi, penso convenga con me che la descrizione delle città non è lasciata al caso e non è per nulla male.
Sulla storia possiamo aprire un quaderno e scriverne di ogni, io mi soffermerei sul lato più "narrativo della faccenda"...okay, ammetto che sia surreale ma a me piace molto. Mi piace soprattutto il lento "lievitare" dei vari personaggi, da quelli principali a quelli secondari. Infatti il mio preferito è Andrè Vernet, il direttore della Banca Svizzera, che sembra avere il lato oscuro più grande degli altri anche se, al contrario, gli si darebbe del santo. Rispetto al film (spunta n°1) è secondo me più intenso, dettagliato, meno sbrigativo. I cryptex sono due, uno dentro l'altro, il primo si apre con "un'antica parola di saggezza" che spacca il cuore della protagonista femminile; Sir Leigh Teabing ha tutto un altro spessore e significato, anche se ho amato l'interpretazione data da Ian Mckellen -ma sono di parte, è uno dei miei attori preferiti!-. Anche Bezu Fache ed il tenente Collet hanno un'altra "faccia" nel libro, che secondo me supera di gran lunga il film.
Direi che con i giudizi personali ho concluso: un breve riassunto della trama? Allora...Parigi, notte, camera di un albergo. Il professor Langdon, reduce da una conferenza tenutasi nella capitale francese, viene svegliato di soprassalto. Sfortunatamente, il suo soggiorno a Parigi si è appena trasformato in un incubo. Il curatore del museo che ha aspettato per più di un'ora al bar dell'hotel è morto dentro la Grand Galeriè del Louvre, il museo più grande del mondo, e lo ha messo in mezzo per aiutare la nipote, Sophie Neveu, a trovare un msiterioso tesoro nascosto: Il Santo Graal. Sophie e Robert si ritroveranno immischiati in un curioso puzzle dal retrogusto esoterico, e non sono i soli sulle tracce del Graal...nell'ombra tramano forze più grandi di loro, al di là di ogni loro immaginazione.

Voglio solo aggiungere che, al di là di tutto, non mi sembra così tanto un "banned-book". Alla fine, e ve lo dico con cognizione di causa, quello che vi è scritto sono solo favolette rispetto a tutto ciò che può essere contenuto, sulla cristianità, in "Le Dossier Secrèts" o altri vari libri basati sui documenti risalenti alla vita di Cristo. Insomma, qualunque puritano potrebbe leggerlo senza fare peccato. Molto peggio leggere "50 sfumature di Grigio", a mio parere ;)

Se anche voi come me state tendando (invano) di finire la vostra reading challenge, mi piacerebbe inserire qui a piè pagina le categorie a cui, secondo me, questo libro può appartenere:
  • libro di più di 500 pagine (sul mio ne ho 519)
  • libro diventato film
  • thriller/romanzo del mistero
  • libro ambientato in un'altra nazione
  • Primo libro di un autore popolare
E direi...basta, almeno per me :) Se nei commenti volete aggiungerne, siete benvenuti!
Un abbraccio!
AmyJay

Nessun commento:

Posta un commento