Una
precisazione è d’obbligo: dopo aver letto la trama di Colpa delle stelle sono stata investita da un terrore quasi sacro
nei confronti di John Green, il genere di terrore da "Non lo leggerò mai!" Il fatto è che io non capisco perché la gente ami
tanto leggere libri che già dalla quarta di copertina lasciano intendere quanto distruggeranno i tuoi sentimenti.
Jay, dovresti spiegarmelo.
Come sono giunta, dunque, a questo romanzo (che definirei più racconto, data la brevità e la semplicità)?
Passando attraverso la mediazione di David Levithan, con cui Green ha scritto Will ti presento Will: di Levithan già mi fidavo, e dopo quella prima lettura ho deciso di potermi fidare anche di Green, seppure con qualche precauzione.
Come sono giunta, dunque, a questo romanzo (che definirei più racconto, data la brevità e la semplicità)?
Passando attraverso la mediazione di David Levithan, con cui Green ha scritto Will ti presento Will: di Levithan già mi fidavo, e dopo quella prima lettura ho deciso di potermi fidare anche di Green, seppure con qualche precauzione.
Fine
preambolo inutile, la trama:
Da quando ha l’età per essere attratto da
una ragazza, Colin, ex bambino prodigio, forse genio matematico forse no, fissato con gli anagrammi, è uscito con diciannove Catherine. E tutte l’hanno piantato.
Così decide di inventare un teorema che preveda
l’esito di qualunque relazione amorosa. E gli eviti, se possibile, di farsi
spezzare il cuore un’altra volta. Tutto questo nel corso di un’estate gloriosa,
passata con l’amico Hassan a scoprire posti nuovi, persone bizzarre di tutte le
età, ragazze speciali che hanno il gran pregio di non chiamarsi Catherine.
Teorema Catherine è uno young adult, anche se penso che dovrebbero
coniare una nuova espressione per distinguere tra libri dedicati a giovani
adulti e libri per gente con pochissime pretese [è il massimo del mio
politically correct]; Green adegua il linguaggio all’età dei personaggi ed è
una cosa che apprezzo, anche se non rispecchia affatto il modo di parlare che
usavo io o sento usare dai diciottenni; immagino che sia inevitabile,
trattandosi di una traduzione.
La trama è molto semplice e veloce, il finale è abbondantemente prevedibile e, anche a causa della scarsa lunghezza, i personaggi sono quasi solo abbozzati; ciò nonostante l’ho trovata una lettura davvero piacevole e divertente: mi piace l'umorismo di quest'uomo, ormai mi è chiaro!
La trama è molto semplice e veloce, il finale è abbondantemente prevedibile e, anche a causa della scarsa lunghezza, i personaggi sono quasi solo abbozzati; ciò nonostante l’ho trovata una lettura davvero piacevole e divertente: mi piace l'umorismo di quest'uomo, ormai mi è chiaro!
Colin è il protagonista assoluto (NB: il romanzo è narrato
in terza persona, Yppie!) e quindi quello di cui seguiamo maggiormente il
viaggio introspettivo, scoprendo i punti salienti della sua vita mediante dei
flashback, ordinati a seconda della Catherine del momento.
Leggendo tra le recensioni su Anobii ho trovato un sacco di odio nei confronti di Colin: a me ha fatto solo tanta tenerezza. Quando l’unica cosa che ti salva dalle prese in giro, dalla solitudine, e dalle delusioni d’amore, è essere un genio mi pare ovvio che tutta la vita finisce per incentrarsi su quello, fino a pensare che con un teorema matematico si possa prevedere l’andamento di una relazione, perché no?
E poi ho un debole per le nozioni inutili, per quanto mi riguarda Colin è un ottimo narratore anche con tutte le sue divagazioni!
Passiamo
ai due comprimari: Hassan e Linsday. Le poche cose che sappiamo di loro sono
essi stessi a dircelo, perlopiù urlandolo in faccia a Colin durante i litigi,
la pecca più grande del libro per me, è che queste informazioni sono troppo
poche, più accenni alla loro storie personali che vere spiegazioni sulle loro
azioni e pensieri: perché Hassan passa le giornate sdraiate sul divano
nonostante sia stato ammesso con il massimo dei voti alla facoltà di algebra
superiore? È un dubbio che continua ad attanagliarmi.Leggendo tra le recensioni su Anobii ho trovato un sacco di odio nei confronti di Colin: a me ha fatto solo tanta tenerezza. Quando l’unica cosa che ti salva dalle prese in giro, dalla solitudine, e dalle delusioni d’amore, è essere un genio mi pare ovvio che tutta la vita finisce per incentrarsi su quello, fino a pensare che con un teorema matematico si possa prevedere l’andamento di una relazione, perché no?
E poi ho un debole per le nozioni inutili, per quanto mi riguarda Colin è un ottimo narratore anche con tutte le sue divagazioni!
Sì, non era quello che pensavo e sì, va bene lo stesso.
RispondiEliminaOra lo leggo anche io e facciamo le recensioni a confronto?